Riceviamo e pubblichiamo la lettera che una pendolare della tratta Tirano-Milano dopo i ripetuti disservizi ha inviato a Trenord:
«Buongiorno,
sono Sara Angelini, una pendolare da 15 anni che è stufa del servizio. Non ho mai fatto un reclamo però ora è arrivato il momento. Finché utilizzavo il treno per andare a scuola o all’università diciamo che tollerare i ritardi era più sopportabile, anche se non ammissibile, ma da 5 anni lo utilizzo per andare al lavoro e non è possibile presentarsi ogni giorno con minuti/ore di ritardo. Questo significa inserire permessi o recuperi di ore che il dipendente potrebbe utilizzare in altro modo, magari riposare.
La mia tratta è quella compresa tra Milano Centrale e Tirano ed è un disastro unico (meno male che da 3 anni a questa parte sono in corso lavori di potenziamento della linea - ancora ben non individuati - perché altrimenti ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli). In anni di treni una situazione disastrosa come quella dell’ultimo anno non l’ho mai vista. Ritardi ingiustificati o se giustificati viene fatto in malo modo con motivazioni abbastanza assurde che chi si trova ad utilizzare il mezzo di trasporto quotidianamente ben comprende si tratti di scuse (guasto al passaggio a livello; guasto dell’infrastruttura; lenzuolo finito sui binari; attesa di treni incrocianti mai arrivati; …).
Il fatto è che se ciò costituisse l’eccezionalità potrebbe anche essere sopportabile ma questa è la quotidianità. Io sono una viaggiatrice nel mondo e una situazione così pietosa non l’ho trovata nemmeno in molti paesi arretrati che ho visitato.
In più, fino a qualche mese fa per dare il contentino ai poveri disperati come me il mese successivo ci trovavamo in automatico ad avere lo sconto sull’abbonamento; ora vi siete inventati la nuova modalità con la quale nessuno usufruirà più di benefici. La mia linea, tra le più disastrose, non è mai inserita tra quelle che beneficiano di sconto (non so sulla base di quali calcoli perché non c’è una giornata in cui qualcosa fili liscio) e per fare la richiesta ci sono modalità veramente discutibili.
Quello che vorrei specificare, dal gelo polare del mio vagone (sulla qualità del servizio/comfort non mi soffermo), è che a noi poveri pendolari non interessa avere treni nuovi o le più disparate idee che vi vengono in mente ogni giorno ma avere un servizio efficiente e che ci permetta di arrivare al lavoro, ad una visita, a scuola, ad un appuntamento in orario.
Penso che la mia sia un’utopia ma non deve più esistere la frase “con Trenord sai quando parti (forse) ma non sai quando arrivi”.
Nella poca speranza che qualcosa possa cambiare ringrazio per l’attenzione.
Cordiali saluti»
Sara Angelini
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