Trofeo Vanoni, forti emozioni: Vender, Filosi e Merli i vincitori

Al maschile dominio incontrastato dei “bad boys” del Valchiese. La 67esima edizione ha confermato il successo di una gara dalla lunga tradizione

Alberto Vender, Marco Filosi, Luca Merli firmano l’albo d’oro della 67ª edizione del Trofeo Vanoni. Proprio così, dopo tanti piazzamenti, dopo tanti sogni infranti sul più bello, i “bad boys” del Valchiese hanno dominato e vinto il mondiale delle foglie morte. Ma andiamo per ordine, quella 2024 è stata un’edizione ricca di colpi di scena con una vera e propria falsa partenza. Per un problema tecnico, probabilmente dovuto a un’incomprensione tra i giudici di gara, la prima frazione è stata bloccata all’imbocco della Via Priula.

Il problema e il ritardo

Con 16 minuti di ritardo sulla tabella di marcia, il Vanoni maschile è ripartito, ma da lì in poi è stato spettacolo ed emozioni à gogo con Alberto Vender che ha lanciato uno scatenato Marco Filosi e uno stoico Luca Merli che ha stretto i denti tenendo a debita distanza il terzo frazionista francese che ha provato in tutti modi a riportare la propria squadra sul gradino più alto del podio. Non oggi. Il Valchiese aveva preparato questo Vanoni nel migliore dei modi e supportato dal pubblico morbegnese ha meritatamente vinto con crono finale di 1h31’04”.

Seconda piazza per la Francia di coach Jean -Claude Louison che, nonostante l’assenza di un fuoriclasse del calibro di Sylvain Cachard, ha comunque portato al secondo posto Théo Klein, Alric Petit e Mathieu Le Fur (1h32’29”). Sul podio con loro anche una strepitosa Recastello che ha chiuso in bellezza un 2024 ricco di soddisfazioni grazie al terzetto composto da Andrea Elia, Luciano Rota e Fabio Ruga (1h33’58”). Completano la top ten le compagini di Inghilterra e Scozia.

Quando si parla di Trofeo Vanoni occorre bisogna soffermarsi sul contesto storico e sociale di questa straordinaria manifestazione. Gara dalla lunga tradizione e dal fascino inalterato che transita sulle prime rampe dell’antica Via Priula, strada maestra che congiungeva la bassa valle con la Repubblica del leone alato. E proprio all’imbocco della Via Priula è posta la targa in ricordo del compianto Gianpietro Bottà che recita: «Qui si salgono le strade del Trofeo Vanoni Gara internazionale di corsa in montagna. A Morbegno nessuno è estraneo, l’unico estraneo è l’amico che non abbiamo ancora conosciuto».

Come sempre, a fare la differenza è stata la storicità di un tracciato dove tradizione, mito e leggenda si fondono regalando emozioni indimenticabili: 7.250 metri e un dislivello di 435 metri (per le donne 5.000 metri e un dislivello di 248 metri), con partenza - arrivo nella centralissima via Vanoni, gran premio della montagna in località Arzo e una seconda parte per veri gourmet della discesa. La salita del Vanoni ripercorre ampi tratti dell’antica via Priula, storica strada di collegamento tra la Valtellina e la Repubblica di Venezia. Detto così dice poco. Il primo strappo è di quelli “spacca gambe”, superata la torcida del Tempietto bisogna avere testa e energie per cambiare il passo. Con le ultime forze ci si arrampica sul temutissimo dosso, prima di cambiare nuovamente passo e spingere a tutta sino al Gpm.

La gloria

Una volta imboccata la discesa, spazio agli audaci capaci di scendere a capofitto tra i boschi fino alla località Bellini. Con il cuore che batte all’impazzata le suole dei piedi che bruciano e i quadricipiti che implorano pietà bisogna affrontare il mitico prima di sfilare davanti al Tempietto, dedicato ai caduti della Seconda guerra mondiale. E poi… e poi la gloria nel centro di Morbegno per il tributo del numerosissimo pubblico presente. I record individuali della gara appartengono a Alex Baldaccini 28’21” mentre quello a squadre è del C.S. Forestale con 1h28’55” siglato da Marco Rinaldi, Emanuele Manzi e Marco De Gasperi.

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