C’è stato solo un timore per i nostri portacolori Eufrasio e Antonio Anghileri alla Dakar 2025: l’incubo della frizione sulla Nissan Patrol numero 766.
Infatti a dare notizia di problemi di frizione, dopo la sequenza consecutiva delle dune nella tappa con arrivo a Al Ula, è stato un messaggio inviato in piena notte 2.30 che spiegava «il problema dopo lo sforzo della trasmissione nella tappa, dove nessun mezzo poteva essere sistemato dai meccanici».
Il regolamento prevede che, nel caso di qualche riparazione da fare, la possano eseguire i piloti, senza che i lavori non si protraggano per più di 90 minuti.
Quindi chi sarebbe quel pazzo che nel caso dei nostri driver si sarebbe messo in campo a cambiare la frizione? Era quindi giustificato il difficile momento per gli Anghileri, che dopo tanta fatica erano arrivati a occupare la posizione numero 20, nella Dakar Classic, conquistando il primo posto di categoria H3, ossia per auto fino a un massimo di cinque litri (5000 cc) con propulsori alimentati a benzina.
L’arrivo al bivacco di Hail è stato per molti concorrenti come una sorta di miraggio nel deserto, perché venerdì è giornata di riposo, l’unica in programma nella 47a Dakar, in cui tutti cercheranno di riposare il più possibile in vista del rush finale.
Perché al traguardo di Shubaytah mancano ancora sette tappe e 4.250 chilometri, con la boa di metà percorso che non è ancora stata superata.
Come si sa, la fase più difficile di questa gare rimane sempre quella finale, dove cominciano a calare le forze, cala la concentrazione, sale la fatica e anche i mezzi sentono la difficoltà del percorso sempre più selettivo.
Ma per tutti giornata di riposo serve a ricaricare un po’ le batterie. Stringere i denti è il minimo se si vuole arrivare sul palco d’arrivo.
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