De Paola riparte dall’Eccellenza, ma il cuore resta a Lecco: «Ci sarei tornato correndo»

Luciano De Paola, ex tecnico bluceleste amato per la grinta e i risultati, torna al Ciliverghe in Eccellenza. Una scelta di passione, vicinanza, voglia di lavorare coi giovani, ma senza dimenticare il Lecco: «Non ho mai ricevuto una chiamata, ma a Lecco lo sanno tutti… ci sarei tornato di corsa».

Lecco

Mister Luciano De Paola, 64 anni, è il nuovo allenatore del Ciliverghe, in Eccellenza. Ma come? Uno che ha fatto sempre il professionismo che scende così in “basso”? Proprio così. Ma il “Pirata” lo fa per risalire. Non in C. Nella sua concezione di calcio. Augurando ogni bene al Lecco, naturalmente, al quale era stato accostato questo inverno quando si pensava a un sostituto prima per Baldini e poi per Volpe. «In realtà – racconta – non ho mai ricevuto nessuna telefonata. Ma a Lecco lo sanno tutti: sarei tornato correndo».

Però ora si è aperto un nuovo capitolo. Particolare. «Ho fatto questa scelta – spiega De Paola - perché non ho più voglia di salvare squadre in difficoltà. Una volta trovavi situazioni complicate, ma trovavi anche giocatori con gli attributi e con tecnica. Oggi è difficile. Volevo stare vicino a casa ed essere anche responsabile del settore giovanile. I giovani mi piacciono molto. In un calcio di robot, la tecnica non esiste più. E io voglio riportarla nel calcio. Poi vedi Lamine Yamal, ma è un caso quasi unico. Se non li cresci dai Pulcini in su…».

De Paola, ex giocatore di serie A a Cagliari e con l’Atalanta e la Lazio, in B con Brescia e Cosenza, spiega: «Ai miei tempi si faceva il muro, la gabbia, palleggiavi con i limoni, le arance… Se oggi uno a 10 anni dribbla, lo cacciano dal campo e non lo fanno più giocare. E invece la gente che va allo stadio si vuole divertire. È vero che ci vogliono gli “animali” come me, in campo. Il calcio è corsa, agonismo, atletismo, sicuramente, ma poi ci vuole tecnica, gestione della palla…».

A Lecco avrebbe riportato tutto questo. «Lecco per me è top. Il primo anno ho vinto i play-off in D (2015-16) e il secondo anno in C con Di Nunno nel 2022 quando era andato via Zironelli. Avevo bei giocatori: Masini e Kraja, Giudici, Turati… Avevamo fatto i play-off. Io tifo sempre Lecco».

Ora si va avanti con mister Federico Valente e la società con il presidente Aniello Aliberti ha annunciato di voler fare un mercato più basato sulla competenza che sui soldi. «Ha ragione Aliberti – taglia corto Luciano De Paola -. Quando si parla dell’Inter che gioca contro il Paris Saint Germain, con 25 anni di differenza di età e tanta qualità in meno, allora si parla di una squadra che perde, alla lunga. Devi prendere giocatori che ti vai a cercare, a scoprire. Spendere tanto e vincere, nel calcio non è una regola. Devi spendere sì, ma per comprare la qualità, non solo l’esperienza e i nomi. Le figurine nel calcio contano poco. Il calcio è arrivare in porta con 3-4 passaggi ma soprattutto non prendere gol. Ora di passaggi ne fanno 28 per arrivare al tiro. E Trapattoni, Bolchi, si rivoltano nella tomba… Ma anche Ranieri riesce a tirare fuori il massimo dai giocatori che ha, nient’altro. A Dybala non dice di correre per tutto il campo ma di stare là davanti e divertirsi. Io l’ho avuto tre anni a Cagliari facendo C-B-A ed era un allenatore pratico, concreto».

Quale deve essere dunque il ruolo del Lecco in C? De Paola non ha dubbi: «Scoprire talenti. A Lecco si può lavorare bene ma bisogna scoprire gente sconosciuta, dalla D e anche più in basso. O giovani di valore. Questo è quello che ha fatto il Cittadella per tanto tempo. Bisogna avere gli scout e una rete di osservatori importanti, un diesse importante, ma in questo senso penso che alla fine Minadeo abbia fatto bene quest’anno. Ma ora viene il difficile: fare meglio. Mister Valente però ha un’idea, un gruppo, per cui non può che fare bene».

Intanto De Paola che farà? Si divertirà. «A 64 anni mi voglio divertire, con questa società. Costruire una “cantera” di giovani bresciani ma a botte di “muro”, palleggi con la palla grossa e quella piccola… La sensibilità del piede si può allenare. E lo voglio fare. Ritiro? Non ci penso neanche. Ho ancora tanto da dire e da dare».

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