
La ripresa degli ordini interni
traina la manifattura lombarda
L’Osservatorio economico di Unioncamere Lombardia evidenzia come nel secondo trimestre 2025 la produzione cresca in regione sia nel settore industriale (0,4%) che nell’artigianato (0,2%)
Lecco - Sondrio
Nel secondo trimestre dell’anno, la produzione industriale lombarda registra una crescita dello 0,4%, confermando la capacità di tenuta del sistema manifatturiero regionale in un contesto economico ancora incerto e segnato da tensioni geopolitiche. Col segno più anche l’artigianato che mostra un aumento più contenuto ma comunque positivo (0,2%).
A sostenere l’espansione è soprattutto la ripresa della domanda interna (+0,5%) affiancata da una domanda estera in crescendo rispetto al già positivo andamento del trimestre precedente. La rinnovata facilità di accesso al credito poi, in particolare per le imprese più strutturate, ha contribuito a incentivare gli investimenti e a rafforzare il mercato.
Secondo i dati dell’Osservatorio congiunturale di Unioncamere Lombardia, l’incremento della produzione è accompagnato anche un aumento di fatturato pari al +0,5%. Le imprese indicano come principali driver di crescita per i prossimi mesi la riduzione dei costi delle materie prime e la progressiva ripresa dei consumi domestici. Rispetto all’anno precedente la crescita è dello 0,6% dove anche il fatturato avanza dell’1,4%, confermando una traiettoria positiva rispetto al rallentamento dei trimestri precedenti. Sul fronte dell’occupazione, si osserva un saldo positivo tra ingressi e uscite pari a +0,3%. Si riduce ancora il ricorso alla cassa integrazione, in particolare nei settori che nei trimestri scorsi avevano mostrato maggiori difficoltà. Tra i più dinamici spiccano i minerali non metalliferi (ad esempio vetro, prodotti refrattari, ceramica, cemento, calce, gesso) con una crescita annua della produzione del 7% ancora trainati dalle buone performance del settore edile, seguiti da abbigliamento e pelli-calzature, in ripresa dopo una fase prolungata di contrazione. All’opposto, il settore più in difficoltà rimane quello del tessile con cali consistenti su tutti gli indicatori. Anche gomma-plastica, carta-stampa e mezzi di trasporto evidenziano performance negative, quest’ultimi soprattutto in relazione agli ordini esteri.
A livello dimensionale, le imprese più grandi mostrano i risultati migliori (+1,6% produzione), trainate dalla domanda interna. Le medie imprese crescono dello 0,7%, mentre le microimprese restano sostanzialmente stabili.
Segnali positivi, ma più deboli, arrivano anche dal comparto artigiano dove la produzione è in crescita del +0,2% e il fatturato è stabile (dati congiunturali). Il dato tendenziale conferma una variazione annua della produzione pari allo 0,3%. Gli ordini esteri crescono del 3,8% a/a, segnale incoraggiante per un comparto che, pur guardando con attenzione ai mercati internazionali, non riesce ancora a sfruttarli con una quota del fatturato estero sul totale ferma al 6,8%. In crescita il settore siderurgico e alimentare, mentre gomma-plastica, carta-stampa e tessile restano in affanno. L’occupazione rimane stabile, con un tasso di utilizzo della CIG contenuto ma in lieve aumento.
«La manifattura lombarda oggi è chiamata a rispondere alle tante criticità del momento: un quadro geopolitico instabile, il rallentamento di partner strategici chiave, l’entrata in vigore di dazi sono tutti elementi che pesano enormemente sulla produzione – ha specificato Gian Domenico Auricchio, Presidente di Unioncamere Lombardia - Nonostante ciò, i dati di oggi ci dimostrano che il tessuto imprendito-riale è solido e bastano piccoli miglioramenti per dare nuovo impulso alla crescita. Tanto è già stato fatto su questo fronte grazie a Regione Lombardia e al Sistema camerale ma occorrono ulteriori sforzi per migliorare l’accesso a nuovi mercati esteri, formare personale specializzato e ottimizzare le catene di fornitura».
«Bene i dati della manifattura lombarda, rappresentano un segnale positivo, anzi molto positivo; - ha aggiunto Guido Guidesi, Assessore allo Sviluppo Economico Regione Lombardia - adesso è importante consolidare la ripresa sperando che la situazione geopolitica internazionale migliori, ripristinando così un clima di fiducia nel futuro».
«In una fase di grande instabilità le imprese lombarde, in controtendenza rispetto all’andamento nazionale ed europeo, mostrano di sapere cogliere i mutamenti adattandosi ai nuovi scenari. In attesa di conoscere gli effetti delle politiche tariffa-rie statunitensi sulle filiere lombarde, a preoccupare gli imprenditori sono l’irrisolto nodo del caro energia e della sicurezza energetica, oltre alla prolungata crisi della Germania (-0,3% PIL rispetto al trimestre precedente). – ha spiegato Giuseppe Pasini, Presidente di Confindustria Lombardia - Con una domanda globale di energia aumentata del 2% nel 2024, risolvere il nodo della sicurezza energetica italiana ed europea è essenziale per ridurre il differenziale con i competitor e garantire competitività. L’auspicio di Confindustria Lombardia è che, anche a seguito del nuovo equilibrio commerciale sulle tariffe, le imprese ritrovino stabilità e certezze. Adesso è cruciale che le istituzioni europee tornino a supportare l’industria, eliminando i ‘dazi interni’: se guardiamo al settore simbolo della crisi industriale europea, l’automotive, la gestione fallimentare da parte della Commissione Europea dal 2019 ha comportato per il comparto italiano una diminuzione dei volumi pari al 15,8%. Come dimostrano USA e Cina, solo con un sistema produttivo forte, innovativo e tutelato, che si muove in sinergia con il livello normativo e istituzionale, l’Europa potrà ritrovare centralità economica e politica».
«L’artigianato lombardo vive questa incerta stagione geopolitica, segnata anche da un prepotente ritorno alle politiche daziarie, con un fisiologico calo della fiducia e con preoccupazione – ha affermato Giovanni Bozzini, Presidente di CNA Lombardia - . Salutiamo con favore la tenuta degli ordinativi per l’artigianato più strutturato: un chiaro segnale dell’eccellenza del made in Lombardy. Tuttavia, guardiamo con preoccupazione alla fragilità del mercato interno e ai costi delle materie prime, che colpiscono soprattutto le micro imprese. Le sfide presenti e future hanno bisogno di una forte e coesa azione di lobby da parte di tutte le istituzioni e le rappresentanze lombarde in Europa».
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