La Bulgaria ha soddisfatto i criteri per accesso all'euro

BRUXELLES - La Commissione Ue ha adottato il rapporto di Convergenza all'euro della Bulgaria. Secondo l'esecutivo europeo Sofia ha soddisfatto tutti i criteri economici e legali previsti dai Trattati per l'adozione della moneta unica: stabilità dei prezzi, stabilità fiscale, stabilità del tasso di cambio e convergenza duratura con tassi di interesse a lungo termine relativamente bassi. In base all'iter politico-istituzionale è attesa ora una decisione finale all'Ecofin dell'8 luglio. La Bulgaria dovrebbe così entrare nell'euro dal primo gennaio 2026 come ventunesimo Paese membro dell'Eurozona.

La moneta unica è stata adottata inizialmente da undici Stati membri il primo gennaio 1999, Italia inclusa. Gli altri dieci sono: Belgio, Germania, Spagna, Finlandia, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Austria e Portogallo. Successivamente, altri nove Paesi hanno fatto il loro ingresso nella zona euro: Grecia nel 2001, Slovenia nel 2007, Cipro e Malta nel 2008, Slovacchia nel 2009, Estonia nel 2011, Lettonia nel 2014, Lituania nel 2015 e, più recentemente, Croazia nel 2023.

Resteranno dunque sei Stati membri dell'Unione europea fuori dall'euro, con situazioni differenti. La Romania partecipa attivamente al meccanismo di cambio, ma non soddisfa ancora ancora i criteri per l'adozione della moneta unica. La Danimarca dispone di un opt-out permanente dall'euro, ottenuto con il Trattato di Maastricht. La Svezia, pur senza opt-out formale, ha respinto l'ingresso nell'euro tramite referendum nel 2003 e non partecipa al meccanismo di cambio, evitando di fatto l'adozione della valuta comune. Infine, Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia non partecipano al Meccanismo di cambio e non hanno avviato il percorso tecnico verso l'euro, pur essendo giuridicamente obbligate a farlo in futuro secondo i Trattati europei.

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