Manifattura, le aziende investono malgrado le incertezze

Nel manifatturiero lombardo tiene l’innovazione, ma preoccupano i dazi statunitensi, la difficoltà nel trovare personale e il futuro del Piano Transizione 5.0.

Sono stati presentati la scorsa settimana i risultati economici della manifattura lombarda. La presentazione è avvenuta nel corso di Mecspe, fiera molto frequentata dalle aziende metalmeccaniche lecchesi più innovative, che ha inaugurato a Bari la terza edizione, dopo l’edizione 2025 (la 23ma) di Bologna.

Nella sintesi dei dati elaborati dall’Osservatorio Mecspe realizzato da Nomisma, nei primi nove mesi del 2025 per 7 aziende su 10 i fatturati sono stabili o in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, in una situazione che si presenta in linea con la rilevazione a livello nazionale. In Lombardia (che conta circa 93mila imprese manifatturiere attive) 6 aziende su 10 procedono con gli obiettivi prefissati e 3 su 10 valutano l’andamento alto o molto alto, così come nel dato nazionale.

Efficienza, automazione e digitalizzazione, seguiti da personalizzazione, transizione energetica e sostenibilità sono i driver dell’innovazione delle imprese lombarde in quello che gli analisti dell’Osservatorio definiscono «un settore prudente ma orientato a rafforzare competitività e resilienza».

Nello specifico, anche in Lombardia il portafoglio ordini si presenta articolato, con circa un quarto delle aziende che lo valuta «adeguato» o «superiore alle aspettative».

Circa la fiducia sul futuro, quasi due aziende su 10 dichiarano di averne per il biennio 2026-2027, mentre poco più della metà si dice moderatamente fiduciosa.

L’incertezza sul futuro include la fine del Piano Transizione 5.0, ormai a scadenza, l’andamento di mercato alla luce dei cambiamenti introdotti dai dazi statunitensi all’Europa e ai suoi partner globali, e «la persistente difficolta – afferma una nota dell’Osservatorio – nel reperire risorse umane adeguate» in quello che è un «fattore chiave per garantire efficienza e competitività nel manifatturiero italiano». La difficoltà in Lombardia investe 4 aziende su 10.

Va meglio, invece, sulla digitalizzazione, anche in relazione alle competenze del personale, visto che in Lombardia 6 aziende su 10 dichiarano di aver raggiunto un buon livello o di essere altamente digitalizzate in «un risultato coerente con gli obiettivi di innovazione e sostenibilità che il Piano Transizione 5.0 si proponeva di incentivare»: oltre 8 aziende su 10 in Lombardia si dichiarano molto, abbastanza o mediamente soddisfatte delle competenze del proprio personale in ambito di innovazione tecnologica, dato in linea con quanto emerge anche a livello nazionale.

Nel giudizio sul Piano Transizione 5.0, 3 aziende su 10 lo valutano positivamente o abbastanza positivamente, mentre quasi la metà ritiene insufficienti le misure stanziate in quello che per gli analisti è «un dato significativo che evidenzia il ruolo cruciale degli strumenti di supporto pubblico per sostenere gli investimenti del settore». Alle preoccupazioni interne si aggiungono le incertezze sul fronte internazionale legate all’introduzione dei dazi: in Lombardia quasi 6 imprese su 10 si dichiarano molto o abbastanza preoccupate, mentre circa due terzi afferma di aver già registrato impatti diretti, significativi o comunque presenti, sulla propria attività, spingendo molte aziende a rivedere strategie commerciali e filiere di approvvigionamento.

«Le aspettative per la fine dell’anno – conclude l’analisi dell’Osservatorio Mecsspe - si dividono tra ottimismo e cautela, con una manifattura che continua a investire in innovazione pur dovendo fare i conti con incertezze di mercato e complessità strutturali».

© RIPRODUZIONE RISERVATA