L'eredità dell'inquinamento da mercurio sta minacciando l'Artico

Quella dell' inquinamento da mercurio è un'eredità che rischia di essere particolarmente pesante: nonostante i suoi livelli siano in netta diminuzione a livello globale fin dal 1970 , ciò che ancora resta di questo elemento tossico continua ad accumularsi negli animali dell'Artico , dove giunge in elevate quantità trasportato dalle correnti oceaniche . E' quanto afferma lo studio guidato dalla Aarhus University danese, pubblicato sulla rivista Nature Communications.

Questo pone gravi rischi non solo per la salute della fauna selvatica , dagli orsi polari alle foche , ma anche per quella delle comunità indigene , che dipendono dai mammiferi marini per la loro alimentazione. Il problema principale del mercurio è la sua neurotossicità . "Influisce sul sistema immunitario , sulla riproduzione e probabilmente anche sulle funzioni sensoriali degli animali - dice Christian Sonne, co-autore dello studio guidato da Jens Søndergaard - il che può avere ripercussioni sulla loro sopravvivenza ".

Il mercurio rilasciato nell'atmosfera , ad esempio dalla combustione del carbone o l'estrazione dell'oro, può rimanere in sospensione nell'aria per circa un anno dopodiché entra nell'oceano dove può persistere per un tempo ben più lungo, oltre 300 anni : ciò significa che l'Artico potrebbe continuare ad accumularlo per secoli. I ricercatori hanno analizzato più di 700 campioni prelevati da orsi polari, foche, pesci e torba, raccolti in tutta la Groenlandia negli ultimi 40 anni . Hanno così potuto individuare 6 diversi isotopi , cioè varianti dell'elemento caratterizzate da un diverso numero di neutroni all'interno del nucleo atomico, ciascuno dei quali è arrivato nell'Artico grazie a diverse correnti oceaniche. "Queste firme isotopiche agiscono come impronte digitali - afferma Søndergaard - rivelando le fonti e i percorsi di trasporto del mercurio".

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