Pd diviso e torna in azione Il Tritacarne

Le due caratteristiche principali del Pd sono quelle di dividersi e di non far capire cosa vuole. In questi giorni sono entrambe esercitate alla grande, nonostante gli echi della vittoriosa (anche questo non è chiarissimo) campagna del Sud alla guida del campo largo, con l’elezione dei presidenti di Campania e Puglia. Adesso a spaccarsi sono i sindaci sul caso di Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati che, nel condannare l’incursione di esponenti Pro Pal nella redazione del quotidiano “La Stampa”, l’ha in parte giustificata. Il primo cittadino di Bologna, Matteo Lepore, ha deciso di non revocare la cittadinanza onoraria ad Albanese, quello di Firenze, Sara Funaro ha invece annunciato che interromperà l’iter per concedergliela. Questioni che, come si può immaginare, appassionano gli elettori. E per fortuna che in queste divisioni tra sindaci non è coinvolta Silvia Salis, prima cittadina di Genova, già al centro della bufera per l’introduzione dell’educazione affettiva nelle scuole comunali.

Salis, e qui entra in ballo la seconda peculiarità dei Dem, è ormai un convitato di pietra fisso quando si affronta la questione della candidatura alla sfida contro Giorgia Meloni in occasione delle elezioni politiche del 2027. Molti ritengono l’ex atleta più performante di Elly Schlein e Antonio Conte, che continua a brigare per ottenere l’investitura. Nei giorni scorsi è accaduto qualcosa che ha a che fare con la faccenda. La nascita di un “correntone” nel partito del Nazareno che,si fatica a comprendere se voglia sostenere la segretaria nazionale oppure stringerla in un abbraccio mortale. Quel che è certo è che i leader di questa componente che raggruppa tutte quelle interne, che però, anche qui nel segno di una tradizione continueranno a muoversi in autonomia, vogliono contare di più nelle scelte. Schlein che, evidentemente, conosce una specialità della casa, quella cioè di infilare tutti i segretari nel tritacarne (da che esiste il Pd in nove hanno fatto questa fine), ha scelto di crearsi un “cerchio magico” di fedelissimi, capitanato da Igor Taruffi per condividere le scelte. Alla lunga la questione ha determinato una tale insofferenza tra i capibastonedel Nazareno da far eliminare le divisioni e marciare uniti. A fianco della leader o contro? Questa è la cosa che non si è capita dopo il convegno di Montepulciano dello scorso fine settimana. Dario Franceschini (grande elettore di Schlein) e compagnia, in apparenza vogliono rafforzare la leadership di Schelin. Di fatto, però, la creazione di questo coordinamento è anche, e soprattutto, un modo per provare a condizionare alcune scelte della segretaria, e per spronarla, o costringerla, a coinvolgere di più gli organismi direttivi del partito. Anche la segretaria è intervenuta a Montepulciano: lo ha fatto con un discorso che ha accolto solo in minima parte le richieste dei vari capicorrente presenti, e con il quale ha in definitiva confermato la sua linea politica. Di certo molti interventi della convention sono apparsi dissonanti rispetto alla linea di Schlein su Palestina, riarmo e contrasto al tentativo di Giorgia Meloni di cambiare la legge elettorale.

L’impressione, insomma, è che stia per tornare in azione il tritacarne del Nazareno, magari a vantaggio, per quanto riguarda la candidatura alla guida dello schieramento di centrosinistra, proprio di Silvia Salis. Ora vedremo se la segretaria saprà evitare di finirci dentro. Comunque niente di nuovo sotto il sole del Pd. E poi dicono che uno si butta a destra…

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