Il vicesindaco prepara lo sfratto

«Diremo ai ragazzi di far posto»

Guerra delle panchine in piazza Garibaldi. I pensionati vogliono un posto al sole, e i giovani profughi ospiti in città le occupano già dalla mattina in quanto sono il punto ideale per la ricezione Wifi.

Il vice sindaco Francesca Bonacina a breve incontrerà i referenti delle cooperative che hanno incarico la gestione dell’accoglienza in città e «ribadirò con tutta tranquillità, nell’ottica della collaborazione che ci sono delle regole di piccola quotidianità da tener presente - spiega il vice sindaco -. Questi ragazzi non sanno che storicamente le panchine all’angolo tra piazza Garibaldi e via Roma vengono usate dai pensionati e di conseguenza le occupano. Probabilmente i pensionati non hanno neppure chiesto loro di potersi sedere».

Ai nonni interessa poter stare sulle panchine più centrali per vedere il movimento, e ai ragazzi interessa la buona ricezione internet. Basterebbe poco ad archiviare la “guerra” delle panchine.

Ma il problema è ben più profondo, e il vice sindaco Bonacina ne è bene al corrente.

«Questi giovani non sanno che fare, non hanno impegni e dunque sostano sulle panchine collegati a internet. E non è un bel vedere per chi vive la città e allo stesso tempo non è bello neppure per questi ragazzi. Proprio per questo stiamo avviando dei colloqui con le cooperative». Conclude il vice sindaco.

Un tema delicato come fa notare anche Filippo Boscagli, consigliere comunale di minoranza: «Gli anziani del “Cantun di ball” recentemente mi avevano informato della questione. C’è la necessità di un colloquio con i responsabili delle cooperative, per spiegare che ci sono degli usi ormai consolidati che andrebbero rispettati. Questi ragazzi non sanno che i pensionati vanno lì a sedersi da tempo e tempo, basterebbe spiegar loro che ogni dovrebbero cedergli il posto. Inoltre sarebbe bene considerare di aggiungere delle panchine nei luoghi più vissuti come le piazze».

Cinzia Bettega capogruppo della Lega nord fa notare: «Quanto sta succedendo dimostra che le piazze per abitudine dovrebbero essere il luogo del colloquio e a Lecco invece sono il luogo del muro, tanto da aver scatenato una guerra delle panchine, a dimostrazione di come sia complicata l’integrazione».