
Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 01 Giugno 2025
Sondrio, il primario Bertolini lascia e va a San Marino: «Perse le motivazioni»
Il dottor Alessandro Bertolini, figura storica dell’oncologia sondriese, lascia la sanità pubblica lombarda dopo una lunga carriera da direttore. Diventerà direttore sanitario a San Marino

Sondrio
«Prima di tutto vi chiedo di aiutarmi a salutare tutti i nostri cari pazienti, tutti quelli che non sanno ancora delle mie dimissioni e che magari lo leggeranno da un giornale. Mi spiace davvero non averli avvisati uno per uno. Saprete che il dipendente pubblico non può rilasciare proprie opinioni scritte sulle politiche aziendali, sempre che non sia protetto dal titolo sindacale e tantomeno interviste. Non rinnego il senso di appartenenza che nutro per la sanità regionale lombarda per cui ho lavorato quasi quattro decenni».
Con queste prime parole il dottor Alessandro Bertolini, dal 2007 direttore del Dipartimento Oncologico, dal 25 gennaio 2024 direttore del Dipartimento Area Medica, dal marzo 2025 a fine maggio anche direttore facente funzioni della Neurologia di Sondrio, si è rivolto ai tanti amici e colleghi che, il 31 maggio, sono intervenuti alla Moia dell’hotel Campelli di Albosaggia alla festa che ha organizzato per il suo addio dopo una lunga e brillante carriera nella sanità provinciale.
«Ho deciso di andarmene in pensione nella prima settimana dello scorso gennaio - ricorda il primario che dal dicembre 2001 al febbraio 2004 era stato dirigente medico oncologo all’ospedale Fatebenefratelli di Milano - perché avevo smarrito le motivazioni per restare. Il 7 gennaio avevo conosciuto la nuova direttrice generale di Asst Valtellina e Alto Lario e le manifestai il mio malessere. Il 14 gennaio ho inviato, quasi per scherzo, il mio curriculum a San Marino e dopo numerose call da remoto e colloqui in presenza sono risultato il più gradito tra quelli che si erano proposti per la posizione di direttore sanitario. Partirò per questa nuova avventura il 9 giugno. A San Marino cercavano un direttore sanitario e hanno ritenuto che io potessi andare bene per il servizio sanitario di questa Repubblica».
Insomma, un altro big della sanità locale che se ne va. E alla sua festa, tra gli ospiti, c’erano il segretario di Stato al lavoro, Alessandro Bevitori, l’equivalente in Italia di un ministro del Governo, e il presidente della commissione Esteri, Michele Muratori, del Parlamento della Repubblica sanmarinese.
«Chiudo con la sanità pubblica lombarda dopo 38 anni e un mese di servizio - sottolinea Bertolini -. Chiudo con 21 anni e 3 mesi da direttore dell’Oncologia di Sondrio, un’eternità. Di strada, in questi due decenni, ne abbiamo fatta molta. E’ stato un continuo crescere e migliorare, calcolando da dove siamo partiti. Quando arriva un nuovo direttore questi registra lo stato di fatto e non si chiede quanto sia cambiata, nel tempo, l’organizzazione solo per merito nostro. Normale che i pazienti in tutta l’Oncologia abbiano l’aria condizionata, persino nel piccolo presidio ospedaliero di Chiavenna, le tv, le poltrone e i letti elettrici, le parrucche gratuite, le macchine per non far perdere i capelli, la possibilità di sostenere la nutrizione dei malati e tanto altro. Io 14 anni fa non ci dormivo la notte per certi problemi finanziari che ci attanagliavano e ci avrebbero impedito di proseguire con questo fiore all’occhiello. Per 21 anni abbiamo raccolto fondi grazie alla Provvidenza. Nessuno si è mai chiesto, ad ogni cambio di direzione, se lo stato di fatto discenda da Palazzo Lombardia o dalla nostra più che fattiva buona volontà. Il nostro reparto oggi intercetta i bisogni dell’intera provincia, dell’alto Lario e dell’alta Valcamonica. La spiegazione sta nella forza del nostro gruppo e affiatamento di medici, infermieri, oss, volontari che formano una grande squadra».
Il dottor Bertolini non dimentica l’apporto associativo, come quello dell’Odv Giuliana Cerretti, che sostiene con risorse la sanità.
«Non nascondo la tristezza di lasciare e che mi mancherà la nostra Oncologia e quanto mi sarebbe piaciuto restare per dedicare al lavoro ancora tanto tempo della mia vita - conclude l’affermato oncologo che si laureò con lode a Milano nell’84 -. A San Marino hanno ritenuto che la mia esperienza di 38 anni nella sanità pubblica potesse avere un valore. Hanno riacceso in me nuova voglia di fare, come se tornassi all’inizio della mia carriera. Tra pochi giorni andrò a lavorare in questo Stato estero, non dell’Ue, non perché sia andato in pensione, ma perché un’altra organizzazione di salute ha individuato nella mia persona un possibile valore professionale».
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