Lecco, la Cgil protesta contro
la Legge di Bilancio: corteo e sciopero

Presidio e corteo per la città. Il segretario provinciale Riva critica il governo: «Crescita ferma e risorse sottratte al welfare»

Lecco

Giornata di sciopero e corteo per la Cgil di Lecco in piazza Diaz. Il sindacato provinciale ha organizzato un presidio in piazza Diaz nella giornata di venerdì per aderire allo sciopero generale di 8 ore e protestare contro una Legge di Bilancio considerata ingiusta, che non risponderebbe in maniera adeguata alle esigenze di lavoratori, lavoratrici, pensionati e giovani.

Il corteo è partito da Largo Caleotto per poi dirigersi verso il centro città in piazza Diaz, davanti alla sede del Comune.

Durante la manifestazione è intervenuto il segretario generale della Cgil Lecco, Diego Riva: «La narrazione ottimistica del governo non coincide con i dati: la crescita è ferma, come confermano Istat e Banca d’Italia, e negli ultimi tre anni la mancata restituzione del drenaggio fiscale ha impoverito in modo significativo i redditi medio-bassi».

Il segretario ha rimarcato anche la crescita delle spese militari, pari a circa 145 miliardi all’anno, che sottrae risorse vitali al welfare.

Le ripercussioni della Legge di Bilancio sono piuttosto chiare, secondo Riva: «Sul lecchese, come in tutti gli altri territori, non si dà risposta ai giovani. Continueranno a non avere tutele, sia per quanto riguarda la qualità del lavoro sia per una pensione, in futuro, che gli possa garantire dignità. Dal punto di vista pensionistico non sono penalizzati soltanto i pensionati, che non ricevono il recupero del potere di acquisto ma sono i giovani che continueranno a percepire una pensione da fame. Le ricadute sono a 360°. Non ci sono investimenti che permettono di migliorare le condizioni del Paese».

Riva sottolinea: «È una Legge di Bilancio legata alla questione delle tasse. La riduzione dell’aliquota dal 35% al 33% favorisce soprattutto i redditi più elevati e apre la strada a un modello di flat tax che ridurrebbe progressività e welfare pubblico. In questo quadro a perdere sono soprattutto i più fragili».

Il segretario generale Cgil Lecco si sofferma anche sull’operato costruttivo del sindacato: «Le buste paga non sono adeguate alla perdita del potere di acquisto. Noi non ci limitiamo a dire che le cose non vanno: indichiamo soluzioni. Un contributo di solidarietà dell’1,3% sui redditi oltre i due milioni permetterebbe di rafforzare il welfare pubblico con circa 26 miliardi aggiuntivi. Non si tratta di una patrimoniale, ma di un atto di equità. Oggi siamo in sciopero per difendere sanità, scuola, pensioni, diritti e salari. Per dare voce a chi contribuisce ogni giorno alla crescita del Paese. Per costruire un futuro più giusto».

Proprio la sanità è uno snodo critico: «Se non ci sono investimenti le persone si rivolgono al privato. Una doppia beffa. Non si hanno a disposizione i soldi, mancano le risorse economiche, non aumentano le pensioni e dall’altra parte tagliano la sanità spingendo i cittadini a indirizzarsi verso il privato».

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