Calolzio: due cuori e una tenda. Abusiva

Ha fatto discutere l’ennesimo caso di campeggio nei pressi della biblioteca

Calolzio

L’area tra la casa delle associazioni e la biblioteca come campeggio abusivo. Solo l’intervento degli amministratori ha posto fine a un’abitudine che si prolungava da una decina di giorni e che aveva già suscitato clamori, soprattutto perché non è il primo caso.

A installare una vera e propria tenda davanti all’ingresso della casa delle associazioni, un paio di settimane fa, un ragazzo del Centro America. Pare che la fidanzata dell’uomo, di età tra i venti e i trenta, abiti in città. Per starle vicino, nonostante la giovane viva in casa e abbia a disposizione un appartamento, ha deciso di montare una tenda in pieno centro.

Di sera, al calare del buio, attorno all’ora di cena, per una decina di giorni, il giovane montava la tenda e vi trascorreva la notte, spesso insieme alla fidanzata. Al mattino, tra le 9 e le 10, la stessa veniva smontata e sistemata in un angolo. Alla sera, la scena si ripeteva.

Un’abitudine che ha subito destato l’attenzione di qualche passante, anche perché i due giovani non facevano nulla per nasconderlo.

Quando l’argomento è stato portato sul tavolo della discussione dall’assessora Cristina Valsecchi, che ne ha riferito in giunta, l’esecutivo del sindaco Marco Ghezzi ha deciso di intervenire. Qualcuno ha quindi raggiunto il giovane, gli ha spiegato che quello che faceva non era accettabile e così, il giorno dopo, la tenda è sparita.

Quanto accaduto appena pochi giorni fa, ha ricordato a tutti una vicenda analoga ma assai più complicata avvenuta lo scorso anno. Allora, a bivaccare in una zona poco distanza, sotto l’androne della biblioteca, era stata una coppia di Dervio. Diversi i motivi che li avevano spinti a scegliere Calolziocorte per vivere seppure all’addiaccio, così come assai diverso è stato il percorso per porre fine al loro soggiorno.

Della questione era stato interessato anche il primo cittadino del paese di residenza, che si era impegnato ad avviare un progetto per la donna. Non si sa come, ma dopo che se ne sono andati, non sono più ritornati.

«Probabilmente – ipotizza il sindaco Marco Ghezzi – hanno trovato qualche altra soluzione migliore. Forse, si sono anche stancati di avere addosso gli occhi di tutti».

Riguardo al giovane campeggiatore appena sloggiato, il primo cittadino precisa di non potere fare molto per evitare che altri in futuro facciano lo stesso. «Non siamo nella stessa situazione dei nomadi. In quel caso, dopo avere installato le barriere, abbiamo risolto la situazione e non si sono più visti. In questo caso, non si può far altro che parlarci, ma non posso impedire alle persone di vivere come credono».

Proprio ieri, Diego Colosimo, capogruppo di Cambia Calolzio, ha pubblicato un post in cui parla di decrescita infelice e si lamenta del fatto che la città «sta vivendo una nuova e preoccupante fase di decrescita demografica e di stagnazione del mercato immobiliare». All’amministrazione rimprovera di avere «perso attrattività e capacità competitiva», ma certamente non ha tenuto conto dei campeggiatori abusivi.

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