
Cronaca / Circondario
Sabato 08 Marzo 2025
Civate: carcassa di un animale sul sentiero tra Faello e Oro
Si tratta di un capriolo, secondo chi l’ha rinvenuta, mentre per altri sarebbero i resti di una lepre. In ogni caso, il ritrovamento per i residenti avvalora la tesi della presenza di almeno un lupo
Civate
Ancora una carcassa è comparsa su un sentiero, peraltro battutissimo, di Civate: si tratta di un capriolo, secondo chi l’ha rinvenuta, mentre sarebbero i resti di una lepre, secondo altri. In ogni caso, il ritrovamento avvalora, per i residenti, la tesi della presenza di almeno un lupo. Il ritrovamento (relativo alla parte posteriore della preda), stavolta si è verificato lungo la strada tra la località Faello e Oro.
Lo scorso 23 febbraio le spoglie di un ungulato erano state trovate lungo il tratto lastricato tra Pozzo e San Pietro al Monte. «In entrambi i casi - fa notare il sindaco, Angelo Isella - si tratta delle vie più battute da turisti e pellegrini diretti alla basilica. Francamente, siamo perplessi. A maggior ragione, quindi, ho sollecitato, attraverso il comandante della Polizia locale Cristian Francese, i carabinieri di forestali affinché ci diano una risposta, benché interlocutoria, ma ci dicano qualcosa. C’è davvero tanta gente, soprattutto adesso col bel tempo, che percorre quei sentieri: quella dove il rinvenimento è appena avvenuto è la strada principale, la mulattiera per San Pietro. Questi lupi aggrediscono i caprioli (o qualsiasi altra specie) solo sulla mulattiera principale? Ci sono molti sentieri secondari e li utilizza un sacco di gente di Civate tutti i giorni: lì non si è mai trovato niente. Insomma, qui bisogna fare al più presto chiarezza».
Intanto, il consiglio è naturalmente di porre la massima attenzione, specie per chi passeggia col proprio cane (in particolare di piccola taglia) e di utilizzare sempre il guinzaglio. Già all’inizio di gennaio il copione era stato analogo. Due scenari: in uno, un capriolo smembrato, parzialmente trovato tra San Pietro al Monte e Valle dell’Oro (una zampa era stata rinvenuta sul sentiero che sale a San Pietro, ma prima del Prato Dei Fae); il secondo ritrovamento, sempre negli stessi giorni, era avvenuto in località Oro nel punto dove parte la teleferica utilizzata normalmente dai volontari per il trasporto dei materiali proprio a San Pietro al Monte. Infine, il 23 febbraio la carcassa abbandonata sul ciglio del sentiero per la Basilica si era presentata ampiamente divorata, e senza testa.
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