
“Colico resta a Lecco”: le ragioni del comitato esposte in consiglio comunale
La coordinatrice Silvia Paroli ha ribadito le richieste fatte all’amministrazione colichese: non avviare il procedimento ed indire un referendum, ricordando il legame storico del paese con Como, Milano e Lecco, dall’epoca romana all’arrivo della Ss 36 che ha fatto sviluppare l’industria
Colico
Audizione in consiglio comunale per il Comitato “Colico resta a Lecco” per presentare le ragioni della posizione che si oppone al passaggio del comune nella provincia di Sondrio. È stata una serata a specchio di quella che ha visto protagonista il Comitato “Il bitto sposerà l’agone?” esporre la sua proposta. La coordinatrice Silvia Paroli ha ribadito le richieste fatte all’amministrazione colichese: non avviare il procedimento ed indire un referendum, ricordando il legame storico del paese con Como, Milano e Lecco, dall’epoca romana all’arrivo della Ss 36 che ha fatto sviluppare l’industria.
Fabio Dadati, albergatore e consigliere con delega al turismo della Camera di Commercio di Como e Lecco, ha sostenuto il Comitato ribadendo che «non si possono confrontare le due province perché sono diverse» per le caratteristiche (Sondrio quasi a statuto speciale) e per la gestione turistica (per Lecco fatta dalla Camera di commercio) e riaffermato che «il brand lago di Como ha una valenza pazzesca» per tutto il mercato soprattutto americano e arabo, contro un turismo di fascia alpina per Sondrio.
«Attivare sinergia, significa rafforzare gli enti» le cui funzioni sono state ridisegnate dopo la legge di riforma delle province, il concetto esposto dal consigliere provinciale Antonio Pasquini che sui canoni delle concessioni idroelettriche che la Valtellina vanta ed incassa ha dichiarato che «è riduttivo ragionare solo su tali fondi» ma al contrario ha ribadito che «quando c’è progettualità e sinergia si possono portare a casa le risorse», progettualità che Colico ha saputo fare in diversi casi. Come nel caso della Comunità montana dove «si sostiene lo spirito di aggregazione e della territorialità» come detto dal presidente Fabio Canepari fin dai primi anni ’80 con 7 miliardi di vecchie lire investiti nell’area industriale di Colico.
Luciano Bettiga, ex presidente della provincia di Como, e presidente della Faita Federcamping, da imprenditore ha provato ad allungare la stagione turistica proponendo nelle sue strutture il lago a chi frequenta Madesimo e la montagna a chi ospita sul lago ma «l’integrazione non è possibile» ha detto smontando l’analisi della dottoressa Magda Antonioli della Bocconi, a favore delle ragioni del “Sì” al cambio provincia, e sulla posizione di Colico al margine lecchese ha ricordato che «la centralità sta nei luoghi dove c’è il potere istituzionale, quindi Lecco o Sondrio».
Le conclusioni per il Comitato le ha tirate Virginio Brivio: «Non in assoluto una verità sta da una parte o dall’altra. Lo studio fatto va quantomeno aggiornato. Non è cambiando i confini – ha detto l’ex presidente della provincia di Lecco – che si risolvono i problemi ma aggredendoli insieme, facendo lobby trasversali. Ci sarà sempre qualcuno più a nord e più a sud nella prospettiva futura. Il comune di Colico può rivedere le criticità ed attivare subito le interlocuzioni necessarie. La nostra pluralità e ricchezza territoriale ed economica hanno creato tante opportunità e risorse».
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