
Mandello, Incidente sul fiume Po, paura per Filippo Bassi
L’imprenditore di 61 anni portato in elicottero all’ospedale di Parma. Non è in pericolo di vita. Un secondo scontro durante il Raid Pavia-Venezia di 414 chilometri ha coinvolto Guido e Luigi Baggioli
Mandello del Lario
Si era temuto il peggio lunedì per il sessantunenne lecchese Filippo Bassi, titolare del Moregallo boat service, imprenditore molto noto nel settore della nautica ben al di fuori dei confini lariani. L’Albatro Marine motorizzato Mercury, numero 888, con pilota Marco Anghileri, imprenditore di Bosisio Parini e copilota Filippo Bassi è stato protagonista di un pauroso incidente sul Po, nel Parmigiano durante il Raid Pavia - Venezia. Bassi è stato trasportato in codice rosso dall’elisoccorso all’ospedale di Parma e ricoverato in terapia intensiva.
Alla foce del Taro L’incidente era accaduto poco prima delle 16, nel tratto di Po tra Isola Serafini e Torricella di Sissa di circa 50 chilometri nella Bassa Parmense. Per la precisione nel punto di un’ansa a 90 gradi del grande fiume alla foce del Taro. Sulla dinamica dell’incidente non ci sono notizie precise. Si sa solo che i primi ad arrivare e a soccorrere i due sono stati i soci della Nautica di Torricella di Sissa. È poi intervenuto l’elisoccorso che ha trasportato i feriti all’ospedale di Parma, da dove Marco Anghileri è stato dimesso in serata, mentre Filippo Bassi è stato trattenuto, per accertamenti originariamente in codice rosso.
Le prime notizie erano state allarmanti sul suo stato di salute, ma poi si è appreso che il 61enne non è in pericolo di vita. Si tratterebbe di un trauma toracico. I medici scioglieranno la prognosi tra 24 ore.
«Ci siamo trovati vicini alle chiuse di Isola Serafini – dice il pilota Giovanni Micheli – dove eravamo tutti in attesa per ripartire verso il rifornimento di Torricella di Sissa. Marco e Filippo erano soddisfatti di come stava andando la gara con le acque del Po in buone condizioni.
Al traguardo abbiamo saputo dell’incidente, ma non è stato possibile spigare come fosse avvenuto, perché nessuno ha visto. Si suppone che abbiano preso un banco di sabbia e siano volati».
Lo racconteranno gli interessati, quando torneranno a casa. È stato un Raid Pavia – Venezia dolce e amaro per i piloti lecchesi in gara. La corsa motonautica in acque interne più lunga del mondo (414 km) ha registrato lunedì il terzo posto assoluto proprio di Giovanni Micheli, ma anche due incidenti. Quello dello scafo di Anghileri e Bassi e quello dell’Abbate/ Mercury numero 99 di Guido Baggioli con il figlio Luigi. Fortunatamente anche per il secondo equipaggio solo un grande spavento. I Baggioli, figlio e nipote di Luigi Baggioli Senior, ex pluricampione di motonautica hanno battuto sull’argine, poco prima di Revere.
Guasto alla timoneria «Abbiamo avuto un guasto alla timoneria – racconta Guido Baggioli - e siamo andati a finire sulla riva, contro l’argine. Nella sfortuna siamo stati molto fortunati a non farci male. È stato davvero un bell’impatto violento». Sotto il profilo agonistico la gara ha parlato lariano con la vittoria del comasco Guido Cappellini, che ha vinto con il suo scafo di F1, battendo anche il record della corsa, che resisteva da vent’anni (203,34 km/h di Dino Zantelli nel 2005) alla media di 207,26 km orari . Bravissimo anche Giovanni Micheli di Lecco, che è arrivato terzo assoluto, alla guida del suo gommone Focchi, motorizzato Mercury in 2 ore 26’ 54 alla media di 143.77 km/h. Micheli era arrivato secondo assoluto nel 2023.
© RIPRODUZIONE RISERVATA