Perledo: sorpresi pescatori di frodo

Sequestrati oltre 100 pesci. L’Asd: sanzioni più severe per chi non rispetta il lago

Un nuovo episodio di bracconaggio scuote le acque del Lario. Due pescatori professionali sono stati sorpresi nei giorni scorsi dal Nucleo Ittico Venatorio della Provincia di Lecco mentre pescavano illegalmente a Perledo, davanti alla Bau Bau Beach. Gli agenti hanno sequestrato 120 pesci, in gran parte Coregoni, una specie particolarmente sensibile perché attualmente in pieno periodo di riproduzione.

La scoperta ha suscitato la ferma condanna della Asd Provinciale di Lecco Pescatori e Subacquei – convenzionata FIPSAS, che denuncia con forza l’ennesima violazione delle norme da parte di alcuni professionisti del settore. «Si tratta di un comportamento gravissimo – sottolinea la società – che danneggia non solo l’ecosistema ma anche la pesca sportiva e quella professionale onesta».

Nel comunicato diffuso dall’associazione, viene criticato duramente anche il quadro sanzionatorio attualmente previsto dalla Regione Lombardia, ritenuto insufficiente e persino controproducente. La multa per questo tipo di illecito ammonta infatti a soli 51 euro, una cifra definita dalla FIPSAS «ridicola e anacronistica», soprattutto se confrontata con gli ingenti investimenti pubblici destinati alla tutela del Coregone Lavarello. La Regione sostiene economicamente la gestione dell’incubatoio di Fiumelatte, che ogni anno consente il ripopolamento del lago grazie al lavoro di tecnici, volontari e guardie pesca.

Secondo l’associazione è incomprensibile spendere risorse importanti per la riproduzione della specie e, allo stesso tempo, permettere che alcuni pescatori disonesti la mettano a rischio proprio nel periodo più delicato. Da qui la richiesta di un intervento immediato dell’assessore regionale all’Agricoltura, Alessandro Beduschi, affinché vengano introdotte sanzioni più severe, fino al sequestro delle imbarcazioni utilizzate per il bracconaggio e alla sospensione o revoca della licenza professionale in caso di recidiva. La FIPSAS chiede inoltre che chi viola ripetutamente le norme venga espulso dal registro dei pescatori professionali.

Il presidente della sezione lecchese, l’avvocato Stefano Simonetti, si complimenta con la Polizia Provinciale per l’operazione, ma sottolinea la necessità di un cambio di passo: «Chi pesca il Lavarello in periodo di riproduzione non rispetta il lago e provoca un danno ittico enorme. L’unica soluzione davvero efficace è il sequestro del natante e la revoca della licenza. Con sanzioni così basse è impossibile contrastare il bracconaggio: si rischia addirittura di incentivarlo».

Le associazioni FIPSAS di Lecco e Como, insieme ai volontari che ogni anno si impegnano nelle attività di riproduzione del Coregone, chiedono dunque regole più rigorose e un’azione decisa delle istituzioni regionali. La tutela del patrimonio ittico del Lario, concludono, non può essere compromessa da pochi pescatori che violano deliberatamente le norme.

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