Diga del Paradone, verrà restaurato il casello del custode

L’accordo tra pubblico e privato prevede interventi di restauro conservativo e la valorizzazione dei manufatti storici della diga sul torrente Gerenzone

Lecco

Diga del Paradone: verrà restaurato il casello del custode. Approvato dalla giunta comunale il patto di collaborazione tra cittadini attivi e Amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni.

Il patto, proposto dall’associazione Officina Gerenzone, prevede la realizzazione di una serie di interventi di restauro conservativo che interesseranno il casello del custode sito presso la diga del Paradone, lungo il torrente Gerenzone. I lavori riguarderanno non solo la struttura, che rappresenta uno dei manufatti più significativi dell’archeologia industriale della città, ma anche la messa in sicurezza e la valorizzazione dei preziosi manufatti di regolazione delle chiuse, ancora perfettamente custoditi al suo interno. L’associazione si impegna, inoltre, a mettere in atto azioni volte a far sì che la diga del Paradone diventi un luogo di incontro, memoria e scoperta, capace di accogliere cittadini e viaggiatori, per valorizzare il legame profondo tra l’acqua, la terra e il lavoro, che nei secoli ha modellato il volto della valle del Gerenzone e di Lecco.

«Si tratta di un’area e di manufatti che ci raccontano la storia della Lecco produttiva, che dalle acque del Gerenzone generava corrente per lavorare il ferro. La tutela e la valorizzazione dei beni nasce dalla conoscenza e le attività già messe in campo dall’associazione sono un seme prezioso per la nostra comunità e ci aiutano a preservare la memoria partendo dai luoghi», dice Maria Sacchi, assessora ai lavori pubblici.

«Un intervento che rappresenta allo stesso tempo un traguardo e un punto di partenza - aggiunge Paolo Colombo, presidente dell’associazione Officina Gerenzone -. Un traguardo raggiunto grazie al supporto della Fondazione Comunitaria del Lecchese e al Bando Ordinario 2025, che sosterrà la metà dei costi previsti per i lavori, e un punto di partenza perché le cose da fare sono ancora molte. Un punto di partenza e una sfida, in quanto il 50% dei costi dei lavori di restauro dovremo reperirli noi, ricercando il sostegno di cittadini e realtà del territorio. Nel prossimo periodo comunicheremo gli eventi in programma, le passeggiate guidate alla scoperta della vallata e le modalità per sostenere il progetto».

Si chiamano patti di collaborazione tra pubblico e privato e sono una manna per i rioni in quanto aiutano a preservare luoghi della memoria e a riqualificare aree verdi, vie di collegamento e vicoli storici. Introdotti anni fa dall’allora assessore ai lavori pubblici Corrado Valsecchi, nel tempo hanno permesso la sistemazione di luoghi come la cappelletta votiva di via Canto, oltre al lavatoio di via Fiocchi a Belledo, grazie all’associazione “Femminile presente” che ha sistemato anche il lavatoio di Falghera sopra Acquate.

A Belledo lo spazio tra via Pergola e via Cimabue è stato riqualificato dalle onoranze funebri Galli che hanno creato un passaggio pedonale in sicurezza. Sempre a Belledo in via Monsignor Polvara, la collaborazione tra associazioni animaliste, cittadini e la società Ae Mec Srl, ha permesso di rimettere a nuovo l’area cani.

In centro città alcuni vicoli sono stati sistemati proprio grazie ai patti di collaborazione tra pubblico e privato.

Un elenco di interventi che si arricchisce costantemente. P. San.

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