
Cronaca / Lecco città
Lunedì 23 Giugno 2025
«La mia giostra tremava, temevo volasse via»: la paura del giostraio Mario Prina
Durante il violento temporale che sabato sera ha colpito il lungolago di Lecco, Mario Prina, storico giostraio lecchese, ha temuto il peggio
Lecco
Mario Prina, gestore della giostrina per bambini che da decenni fa divertire i piccoli lecchesi, si è visto passare l’intera vita davanti in pochi istanti. Era lì intorno alle 19 di sabato quando un vero e proprio tifone si è abbattuto, per pochi secondi, sulla ruota panoramica. Dal lago è sopraggiunta una nuvola bianca, un miscuglio di polvere e vapore, e in un attimo la ruota è stata colpita e abbattuta.
Ma cos’è successo veramente sabato sera? Prina racconta: «Eravamo tutti qui. A un tratto è arrivato un vento fortissimo, sembrava un tifone. Non ce lo aspettavamo, anche se già c’erano vento e pioggia. Il ragazzo della ruota si è avvicinato e mi ha chiesto se avevo bisogno di una mano a chiudere. Gli ho detto: “No, grazie. Ma tu non devi restare lì?” E lui: “Ho già chiuso tutto, ormai non posso fare più nulla”».
Mentre i due parlavano, il ragazzo si è allontanato e l’imprevisto è diventato realtà: «La mia giostra ha iniziato a tremare forte. Ho pensato: “Oddio, adesso cade tutto”. I vetri e il plexiglass vibravano. Mi sono girato e ho visto la ruota cadere lentamente, quasi al rallentatore. Non è crollata di colpo: si è come accasciata su se stessa».
La preoccupazione è diventata ansia. «Dentro di me ho pensato: se una struttura così alta e pesante è venuta giù, la mia giostrina volerà via da un momento all’altro. Invece, per fortuna, è rimasta lì. Ha tremato, ma l’uragano ha colpito la zona dietro al monumento ai Caduti, proprio dalla parte della ruota, e ha proseguito oltre».
Poi il pensiero è corso al ragazzo che era poco prima con lui: «In quel momento non l’ho più visto. Mi sono chiesto dove fosse finito. Era venuto ad aiutarmi, e ho temuto il peggio. Invece, per fortuna, si è salvato». Mario Prina si commuove ripensando a quei momenti di grande tensione e paura: «Quando l’ho visto uscire da dietro la ruota caduta, mi si è allargato il cuore. È stato uno spavento tremendo. Davvero tremendo».
Mentre pronuncia queste parole, quasi come in una scena da film, il ragazzo che il giorno prima aveva offerto il suo aiuto compare di nuovo. I due si abbracciano. C’è solidarietà. Sanno che il loro lavoro è fatto anche di momenti come questi. E di condivisione delle brutte esperienze. Perché quando vivi “en plein air” può sempre capitare qualcosa e nulla è così imprevedibile, soprattutto di questi tempi, come il tempo. Mario Prina fa girare la sua giostra. I bambini si siedono. Parte un altro giro al suono della musica. Ma dietro questa allegria e questa serenità c’è il lavoro. E giornate che, in un attimo, possono trasformarsi in tragedia.
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