Si fa portare a Colico da un tassista e al posto di pagare lo rapina

Il giovane ha chiesto aiuto in stazione a Lecco: “Non ho soldi, me li darà mia mamma a casa”. Arrivato a destinazione ha estratto un coltello. Era un pusher marocchino

Colico

Rapinato a mano armata da un nordafricano, di probabile origine marocchina, che era stato appena identificato dalle Forze dell’Ordine perché sospettato di essere uno dei tanti spacciatori attivi nei boschi di Colico. Un tassista lecchese, cinquantenne, l’altra notte si è ritrovato con il coltello alla gola a Olgiasca di Colico, nei pressi di Piona: «Non ho i soldi, non ti pago. E dammi venti euro», si è sentito intimare l’incredulo tassista. Consegnati i 20 euro, il cittadino extracomunitario è sceso dall’auto e si è diretto verso Colico a piedi minacciando ancora il tassista: «Se parli con qualcuno, sappiamo come fartela pagare». Da qui l’anonimato che ci ha chiesto di rispettare l’autista vittima della rapina.

Ma andiamo con ordine. Il racconto del tassista risente ancora dello spavento subìto: «Venerdì sera ho caricato quello che, mi hanno detto poi i carabinieri, essere un marocchino, in stazione a Lecco. Mi ha detto subito che non aveva i soldi, ma che doveva andare a casa e mi avrebbe pagato sua mamma. Ha fatto finta di chiamare la mamma, ma qualcuno ha chiamato veramente e poi mi ha ribadito: “Sì, andiamo che comunque per i soldi ha detto di sì mia mamma”. Io allora gli ho detto di farsi trovare quando saremmo arrivati con la somma». Poi, arrivati a Colico, la rapina: «Gira a sinistra – mi ha detto – che andiamo verso Olgiasca e non verso Colico», come mi aveva detto. Nel tratto oscuro mi ha detto: «Guarda, fermati a quella piazzola». Gli ho detto: “Ma guarda che lì non c’è tua mamma”, ma mi ha risposto che sopra c’era casa sua. Mi son girato verso la casa, la villetta che c’è lì a sinistra, ma la mamma non arrivava. Allora il marocchino ha estratto un coltello e mi ha detto: «Io i soldi non ce li ho, e dammi anche 20 euro». Gli ho dato 20 euro, è sceso dalla macchina e se n’è andato in direzione Colico. Quando sono passato mi ha minacciato: «Non dire niente ai carabinieri, che se no so come fare a rintracciarti».

Tra Olgiasca e Piona è tutto buio. Il tassista non se l’è sentita di chiamare immediatamente il 112 e così, un po’ spaventato, ha aspettato di arrivare a Piona, dove c’erano delle luci: «Lì ho chiamato i carabinieri. Colico mi ha passato Lecco e poi mi hanno fatto andare alla caserma di Colico alla fine, a denunciare, questa mattina alle 11:30. Ringrazio comunque le Forze dell’Ordine che, lo dico subito, ci sono sempre vicine. A Lecco ci sentiamo sicuri. Fanno la ronda almeno una volta all’ora in stazione. Infatti è successo lontano da lì».

La beffa? Che probabilmente il marocchino è sì stato già individuato, ma si sarebbe scoperto, da quello che ha capito il tassista, che farebbe parte di una delle tante “bande” di spacciatori che girano nei boschi di Colico. Sembra fosse stato accompagnato per accertamenti a Lecco, non si sa se in Questura o dai carabinieri, e lì identificato. Per cui il taxi lui l’avrebbe preso per tornare a “casa”, a Colico. Anzi, nei boschi di Olgiasca con tutta probabilità. «Dalle foto segnaletiche l’ho riconosciuto – ammette solamente il tassista – Era uno che già conoscevano, che probabilmente fa parte di una di quelli che vanno e vengono nei boschi».
Resta la paura del tassista, che se l’è vista brutta, ma anche la sgradevolissima impressione che se uno viene preso, “schedato” e rilasciato, non solo non se ne preoccupa, ma evidentemente, dopo tutte le sue vicissitudini, ha solo avuto l’impressione di essere intoccabile, se pochi minuti dopo si sente in diritto di commettere una rapina per tornare a casa. Altro che rigare diritto, dopo una segnalazione di polizia... Un episodio destinato a far molto discutere non solo nel merito, ma anche per il modo in cui è avvenuto e per le sue “origini”.

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