Tutor nell’attraversamento e nel tunnel del Barro, Aci Lecco dice sì

Il presidente di Aci Lecco Lorenzo Riva appoggia l’iniziativa di installare tutor nel tratto lecchese della 36, ma chiede interventi più ampi. I dati Aci-Istat confermano che la Statale 36 resta la strada più pericolosa della provincia.

Lecco

Nel 2023 lungo la galleria del Monte Barro sono stati registrati nove incidenti con 14 feriti mentre lungo l’attraversamento della statale 36 sotto la città di Lecco gli incidenti sono stati 17 con 22 feriti. Tra il 2021 e il 2023 in questi due tunnel non si sono verificati incidenti mortali. I numeri contenuti nel database diffuso da Aci e Istat a inizio anno restituiscono uno spaccato concreto del tasso di pericolosità delle due gallerie del centro del dibattito dopo l’annuncio da parte del sindaco di Lecco Mauro Gattinoni dell’intenzione delle autorità di inserire nel Barro e nell’attraversamento dei tutor. L’obiettivo è quello di spingere gli automobilisti a diminuire la velocità al fine di ridurre il rischio di incidenti.

Secondo la ricostruzione della Provincia di Lecco e Anas, non sarebbe stata presa una decisione definitiva poiché l’iniziativa rientrerebbe in un più ampio progetto di prevenzione e incremento della sicurezza sulle strade del territorio ancora in corso di sviluppo. Al di là di questo, rimane un dato: la comparsa di un sistema che obbliga gli automobilisti a rispettare una certa velocità lungo le due gallerie principali della statale 36, entrambe caratterizzate da una conformazione molto lineare, che spinge a “correre”, e diversi punti di immissione e uscita, che invece dovrebbero consiliare maggiore prudenza.

«L’inserimento dei tutor è un intervento molto intelligente – sottolinea il presidente di Aci Lecco Lorenzo Riva – soprattutto se pensiamo alle conseguenze che può provocare anche un semplice tamponamento in quei tunnel sulla viabilità cittadina. Il tutor aiuta a ridurre la velocità e prestare più attenzione. Purtroppo, non serve per dire alle persone di non usare il telefono ma è comunque una scelta positiva per incrementare la sicurezza su una tratta così importante per la viabilità della provincia». Per il presidente di Aci, però, non è sufficiente. «Auspico – aggiunge Riva – che siano individuati dei sistemi per fare in modo che si rispettino i limiti di velocità anche su altre strade. Servono maggiori controlli e, soprattutto, controlli seri. Non serve mettere gli autovelox dove è utile solo per far fare cassetta alle amministrazioni ma bisogna metterli dove servono davvero. È fondamentale spingere sull’educazione fin dalle scuole elementari. I ragazzi devono conoscere le conseguenze che può causare utilizzare i veicoli in modalità “da bullo”. È indispensabile anche fare un adeguata manutenzione delle strade perché molti incidenti sono causati da buche sulle strade».

Del resto, i dati di Aci e Istat mostrano che altri tratti della stessa statale 36 sono particolarmente pericolosi. Per esempio, nel tratto tra i chilometri 34 e 37 in direzione nord, corrispondenti alla zona tra Tabiago e lo svincolo di Bosisio verso la Nostra Famiglia, nel 2023 si sono verificati ben 17 incidenti con un morto e 24 feriti. In generale, con 124 incidenti la statale 36 risulta essere di gran lunga l’arteria viabilistica più pericolosa in provincia di Lecco. La seconda strada più a rischio, ovvero la ss639, si ferma a “soli” 34 incidenti con 2 morti e 41 feriti. Quasi la metà dei sinistri stradali, ovvero 16 su 34, si è verificata tra i chilometri 28 e 30, corrispondenti alla zona di Calolziocorte e Vercurago. Questi sedici incidenti hanno provocato 17 feriti e un decesso.

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