Elezioni amministrative, Piazza dice no alla coalizione. «Se la Lega va da sola, io ci sono»

Il sottosegretario: «Credo che la via maestra sia un centrodestra unito. Ma se per motivi imponderabili oggi ci fosse una candidatura autonoma della Lega e di chi la condivide, io sarei più che disponibile»

Lecco

«Con questo clima e questa compagnia finirebbe male». Nonostante l’appello di Dante De Capitani e l’apertura di Fratelli d’Italia, Mauro Piazza conferma che non sarà il candidato sindaco della coalizione di centrodestra alle comunali di Lecco previste la prossima primavera. In una recente intervista il sindaco di Pescate Dante De Capitani ha rivendicato la sua appartenenza al centrodestra e ha fatto un appello alla coalizione a favore di una sua candidatura a sindaco.

Come risponde?

«Ringrazio Dante per le parole generose verso di me. E per il suo pragmatismo. E ringrazio i tanti sindaci e amici che mi hanno chiamato in questi giorni. Non sono un fuoriclasse ma sono solo un cocciuto cittadino a servizio della politica che vuole dimostrare che la si può fare bene, senza interessi di parte, non come l’ultimo approdo di vite inconsistenti e derelitte, e producendo risultati. Al netto di errori e limiti personali. E amo tanto la mia terra e la mia città, un sentimento che aiuta ad andare avanti anche quando la ragione continua a dirti “ma chi te lo fa fare?”. Faccio politica da trent’anni e ogni giorno mi chiedo se sono all’altezza e se onoro il ruolo che ricopro. Perché una sana autocritica è fondamentale in questo mestiere che ha a che fare con il destino di tutti. Ho maturato personalmente qualche dubbio sulla volontà di tutte le componenti del centrodestra nel mandare a casa Gattinoni, dalla vicenda Linee lecco in poi. Spero di essere smentito, anzi lo sarò, ma questo dubbio, non solo mio peraltro, non è lo stato d’animo giusto per essere il candidato di tutti».

Eppure, il segretario provinciale di Fratelli d’Italia Alessandro Negri ha dichiarato di essere pronto a sostenerla nella corsa qualora lei fosse disponibile a candidarsi.

«Alle parole dovrebbero seguire azioni corrispondenti, o anzi dovrebbero anticiparle. Ad esempio, mi chiedo se nelle azioni di sostegno alla mia candidatura o più in generale nelle azioni per una “buona concordia” della coalizione dobbiamo annoverare le sceneggiate e le espressioni ingiuriose verso di me di un’esponente lecchese di Fdi. O le espressioni usate dallo stesso nei confronti di un consigliere provinciale di Forza Italia. O quelle verso il mio segretario provinciale. O le continue provocazioni ai tavoli di lavoro. Solo per fare qualche esempio, ma il libro è lungo. Metodi, modi, comportamenti che stanno dilaniando il centrodestra, con il rischio di relegarlo in una lunghissima attraversata nel deserto. Una logica del tanto peggio tanto meglio dove sopravvivono in pochi, e dove si regalano spazi ad una sinistra di malgoverno».

In sostanza non intende candidarsi a causa del clima che c’è in coalizione. È corretto?

«Come potrei candidarmi assieme ad un partito il cui capoccia locale mi ha detto “ti distruggo” davanti al consiglio regionale? Siamo seri, gli elettori mica sono fessi. Con questo clima e questa compagnia finirebbe male. E noi dobbiamo avere a cuore il bene della città, non i personalismi. Più che parole e dichiarazioni a mezzo stampa servono fatti. Sempre che la mano destra sappia cosa fa la sinistra. Altrimenti è solo la famosa prima gallina che canta avendo fatto l’uovo, o per meglio dire la frittata, un alibi, un mettere le mani avanti in caso di sconfitta. Servono comportamenti consonanti con la volontà di vincere Lecco e di avere una solida coalizione. Qualcuno deve farsi un esame di coscienza tra predicare bene e razzolare male. Perché l’elettore non ci casca se appicchi il fuoco per mesi e poi in prima pagina fai il pompiere. In questo contesto il mio nome non aiuta. Mi pare evidente che sollevi molte contrarietà e antipatie. Di nomi ne stanno uscendo altri, tutti validissimi e più condivisi. E con ottime possibilità, poiché non sarà difficile convincere la città della necessità di cambiare dopo la disastrosa amministrazione di questi anni».

Ad un anno dal voto il centrodestra non ha ancora un candidato sindaco». Qual è la posizione della Lega?

«La candidatura a sindaco è un percorso che si costruisce assieme, è un clima sereno, una fiducia complessiva. La Lega, dopo la rinuncia di Lorenzo Riva anche lui a causa della litigiosità del centrodestra, farà qualche nome aggiuntivo affinché le segreterie regionali possano scegliere in un ventaglio ampio di candidati. Nel frattempo, siamo al lavoro: Daniele Butti, Emanuele Mauri, il gruppo consiliare e la segreteria cittadina hanno già fatto un importante incontro sul programma, hanno riattivato la comunicazione social, c’è un elenco di presenze gazebo, altri eventi all’orizzonte e una lista elettorale a buon punto e con ottimi nomi. E sono certo sapremo attrarre voti, anche al di là delle appartenenze politiche e partitiche. Ancora non sappiamo se sarà introdotta l’elezione al primo turno con il 40% senza ballottaggio».

In ogni caso, il centrodestra si presenterà unito alle comunali di Lecco?

«Credo che la via maestra sia un centrodestra unito. Ma se per motivi imponderabili oggi, e la politica ci abitua a bruschi cambiamenti, ci fosse una candidatura autonoma della Lega e di chi la condivide, io sarei più che disponibile. Sarei entusiasta di fare una bella campagna a mani libere, in un contesto chiaro e felice di provare a mandare a casa Gattinoni. Il sondaggio che ho in mano dice che al primo turno vado al ballottaggio, e poi ce la proviamo a vincere da lì».

Tornando a Dante De Capitani. Che ruolo ritiene possa avere nella campagna elettorale?

«Nell’intervista Dante ha colto nel segno con capacità di analisi schietta. Sarebbe bello che nascesse una giunta a Lecco in cui anziché il manuale cancelli che rischia di produrre ronzini, si recuperassero esperienze come la sua e di tanti altri amministratori che hanno dimostrato capacità. La legge lo consente, come assessori esterni. E il livello a cui la giunta Gattinoni ha fatto sprofondare la città lo richiede. Un comitato di salvezza cittadina, trasversale, e con le capacità migliori al governo. Lecco ha bisogno e si merita le forze migliori, non accordi e sostegni di facciata».

© RIPRODUZIONE RISERVATA