Una voce da Leopoli: Marco Gallipoli racconta l’Ucraina al Direttivo lecchese di Azione

In occasione della Giornata mondiale del rifugiato, il Direttivo provinciale ha ospitato Marco Gallipoli, fotografo residente a Leopoli, per una serata di testimonianza diretta e confronto sul conflitto in Ucraina

Cernusco Lombardone

In occasione della Giornata mondiale del rifugiato, il Direttivo provinciale di Azione si è riunito martedì sera a Cernusco Lombardone per l’incontro con Marco Gallipoli, fotografo professionista, testimone diretto della guerra in Ucraina dove vive ormai da parecchi anni con la moglie a Leopoli, città al confine con la Polonia divenuta ora simbolo della resistenza.

Promosso dal coordinamento lecchese del partito guidato da Carlo Calenda, l’incontro ha voluto restituire uno sguardo umano sul conflitto in corso: «Condividere il racconto intenso di Gallipoli significa restituire dignità e profondità a una crisi che rischia di essere dimenticata o semplificata dalle narrazioni mediatiche» ha spiegato Basilio Pugliese, responsabile comunicazione di Azione Lecco.

Gallipoli ha aperto il suo intervento sottolineando la profonda differenza culturale e linguistica tra Ucraina e Russia, contrariamente a quanto spesso raccontato dalla propaganda del Cremlino: «Ucraini e russi parlano lingue diverse, sono popoli diversi. L’accusa di nazismo è una costruzione ideologica da respingere con fermezza. Il nazionalismo ucraino non è odio, è amore per la propria terra e per una libertà soffocata per secoli da potenze straniere».Nel raccontare i primi giorni dell’invasione russa, ha confessato di aver pensato di arruolarsi. Ma fu la moglie a convincerlo che sarebbe stato più utile nel coordinamento degli aiuti umanitari. «Lei stessa ha iniziato a cucire tende e forniture per il fronte. È solo vivendo lì, accanto alla gente, che si può capire davvero cosa significhi convivere con la guerra».

Eppure, nonostante la distruzione, la forza del suo popolo lo colpisce ogni giorno: «La qualità della vita, per certi aspetti, è addirittura migliore che in Italia. Tutti si sentono parte di uno sforzo collettivo: ognuno fa la sua parte». Gallipoli non si è sottratto a una riflessione geopolitica più ampia. Ha rigettato l’idea che l’ingresso dell’Ucraina nella NATO sia da considerarsi una provocazione. «È l’imperialismo russo che crea il nemico. La Russia ha sempre cercato di espandersi, non è l’Occidente a minacciare». Ha parlato anche di cinismo e responsabilità occidentali: «Gli aiuti militari non sono regali, ma mezzi obsoleti svuotati dai depositi per poi giustificare il riarmo. L’Ucraina ha sviluppato un’industria bellica efficiente, ma da sola non basta». E aggiunge: «Non è normale che da un giorno all’altro i legami, gli affetti, la vita vengano spezzati da un invasore che ti impedisce di vedere i tuoi parenti solo perché stanno dall’altra parte» evidenziando come il conflitto, a suo parere, si sarebbe potuto risolvere in tempi brevi, e l’Occidente è complice di questa situazione, anzi la cerca: «Fa comodo mantenere il mondo diviso in due blocchi, USA e Russia. Un giorno diremo che Putin è stato un pazzo, forse come Trump, ma intanto entrambi, a modo loro, stanno ricostituendo quei blocchi che hanno contribuito a mantenere il controllo dell’equilibrio mondiale dopo la Seconda Guerra Mondiale».

Tra gli spunti più forti emersi durante la serata, la possibilità di un’azione simbolica per spezzare la propaganda interna russa. «Serve un evento capace di scuotere l’opinione pubblica russa, come l’abbattimento del ponte in Crimea. La Crimea è cruciale: lì c’è il gas, lì passa la vera partita economica. Se Putin la perdesse, il suo consenso interno crollerebbe». Qualcosa, dunque, che rianimi l’opposizione interna della comunità, «che pure esiste», dice il fotografo. «Per quanto ne dica la propaganda, le famiglie russe perdono figli, fratelli, mariti e l’economia reale è davvero schiacciata dalle sanzioni». Gallipoli ha infine espresso il desiderio di far conoscere meglio in Italia la cultura e l’arte ucraine. Un terreno sul quale Azione, ha assicurato il direttivo, è pronta a collaborare per promuovere progetti concreti.

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