Olimpiadi 2026, a Bormio lavori anche per impresa sotto inchiesta

Nonostante un’indagine per corruzione che ha coinvolto il titolare, l’impresa Bracchi è al lavoro per i Giochi. La vicenda solleva interrogativi

Bormio

Nei lavori di miglioramento sulla pista Stelvio di Bormio, in vista delle Olimpiadi, risulta impegnata anche l’impresa Bracchi di Valdisotto, già esclusa da un appalto regionale perché la società Aria del Pirellone - dalla lettura degli articoli sulla stampa, su “La Provincia di Sondrio”, nelle scorse settimane, avevamo anticipato importanti notizie - aveva appreso che il titolare, l’imprenditore edile Enrico Bracchi, nell’ambito dell’operazione Recharge della Procura di Sondrio, guidata da Piero Basilone, era finito agli arresti domiciliari per l’ipotesi di corruzione e nei guai con lui c’erano anche il responsabile dell’Ufficio Lavori Pubblici di Valdisotto e altre persone, fra cui professionisti e imprenditori. Ed era rimasto “impigliato” in un’altra del pm Stefano Latorre.

Ora Bracchi, difeso dagli avvocati Anna Viganò di Como con il collega Davide Dei Cas di Bormio, non è più ai domiciliari, avendo ottenuto da alcune settimane la misura cautelare più soft dell’obbligo di firma in caserma. Ma rimane sotto inchiesta.

Nel frattempo l’impresa da lui guidata è attualmente impegnata in lavori olimpici, come la costruzione di una rotatoria e in interventi sul tracciato sciistico che ospiterà le gare dei campioni nella manifestazione internazionale a cinque cerchi.

Sono due le ipotesi. Simico, ossia la Società Infrastrutture Milano Cortina 2026, braccio operativo dello Stato per la kermesse, non aveva avuto notizia dell’inchiesta a carico dell’imprenditore, oppure ha fatto una differente valutazione rispetto al direttore generale di Aria Spa, la società lombarda che, in precedenza, l’aveva escluso dall’appalto regionale. In ogni caso, anche per Bracchi vale la presunzione di innocenza sino a eventuale condanna passata in giudicato.

La ditta, ora al centro dei riflettori, anche della stampa nazionale con il “Fatto Quotidiano” che, dopo la vicenda sollevata su queste colonne delle imprese non pagate per i lavori olimpici a Livigno, segue da vicino gli sviluppi, in un caso concorreva direttamente a una procedura per realizzare un sistema di innevamento artificiale della ski area di Bormio-Valdisotto, per conto di Aria, l’Azienda Regionale Lombarda per l’Innovazione e gli Acquisti, mentre negli altri due casi è chiamata a eseguire le direttive delle due aziende che hanno vinto gli appalti banditi da Simico. Il raggruppamento d’imprese, aggiudicatario delle commesse, evidentemente per Simico aveva i requisiti di legge per ottenerle.

A sollevare il velo sulla vicenda è stato l’ingegner Lorenzo Gubian, direttore generale di Aria, che ha firmato una “determina di esclusione” dalla procedura per il “potenziamento delle capacità di innevamento programmato della ski area”. Si tratta di un intervento finanziato dalla Regione Lombardia e inserito nel Piano olimpico per un importo di 13 milioni. Aria ha scoperto che Bracchi non aveva informato la stazione appaltante dell’inchiesta che, nello scorso marzo, ha portato agli arresti il titolare per la grave ipotesi di corruzione. La severità della Regione non sembra sia stata da esempio per Simico, a cui spettano le opere sportive e stradali inserite nel piano olimpico da 4 miliardi di euro. Nel sito ufficiale della società pubblica, difatti, la Bracchi Srl risulta subappaltatrice in due differenti interventi. Il più costoso è quello da quasi 20 milioni per l’innevamento della pista Stelvio, dove sono in programma le competizioni di sci alpino maschile. La conclusione del lavoro è prevista per il prossimo novembre. Il secondo subappalto concerne, invece, la riqualificazione delle aree confinanti al tracciato bianco, con la realizzazione della rotonda, per una spesa di 1,2 milioni: Bracchi è l’unico subappaltatore. Cantiere aperto e chiusura prevista per metà ottobre.

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