Soccorso alpino: esercitazione in alta Valgerola

Volontari impegnati in manovre di evacuazione in parete, nell’allestimento e nell’utilizzo di impianti a corda fissa e nella movimentazione su roccia

Valgerola

Partita giovedì, si è conclusa domenica l’esercitazione della VI delegazione orobica del Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico svoltasi in alta Valgerola, con il rifugio Salmurano come base operativa. La prima sessione ha coinvolto i soccorritori della VI orobica, mentre alla seconda hanno collaborato anche soccorritori provenienti dalla VII delegazione Valtellina e Valchiavenna e dalla XIX Lariana. Si è trattato di quattro giornate intense, dedicate all’addestramento tecnico e al perfezionamento delle procedure operative in ambiente impervio, con particolare attenzione alle manovre su roccia. Fin dal primo giorno, i tecnici della delegazione orobica, con più di venti partecipanti, hanno lavorato in parete su scenari simulati, approfondendo nuove tecniche di evacuazione e soccorso, sotto la guida di istruttori esperti del Corpo.

Tra i temi centrali dell’esercitazione, le manovre di evacuazione in parete, l’allestimento e l’utilizzo di impianti a corda fissa e la movimentazione su roccia, fondamentali in numerosi scenari operativi di soccorso alpino. Particolare attenzione è stata rivolta anche all’impiego del dispositivo Next, un presidio sanitario progettato per facilitare il recupero dei feriti in parete, che garantisce un’evacuazione più rapida e una corretta immobilizzazione del paziente traumatico. É stato simulato anche uno scenario tecnico-sanitario con un infortunato bloccato in parete. Un figurante che ha simulato un escursionista ferito, il quale è stato raggiunto dai soccorritori, stabilizzato sul posto e poi trasportato a valle con la barella portantina seguendo tutte le procedure previste in situazioni di emergenza.

«L’esercitazione rappresenta non solo un’occasione per affinare competenze tecniche in contesti complessi, ma è soprattutto un momento fondamentale per rafforzare la coesione del gruppo e il senso di appartenenza - sottolineano dal Corpo -. In montagna, dove ogni intervento può mettere alla prova capacità, lucidità e rapidità decisionale, la fiducia reciproca e l’intesa tra i soccorritori sono elementi imprescindibili per operare in sicurezza. Il Soccorso alpino è molto più di una struttura di emergenza: oltre a essere una componente essenziale del sistema dell’emergenza-urgenza sanitaria, è anche una comunità di donne e uomini che condividono valori profondi, tra cui la solidarietà, l’impegno e il servizio verso il prossimo. Esercitazioni come questa non solo mantengono alta la preparazione tecnica, ma rinsaldano quello spirito di corpo che rende il Corpo un punto di riferimento insostituibile nel sistema di protezione civile italiano».

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