Sondrio: l’ultima Santa Barbara nel segno della difesa del territorio

Ogni anno i Vigili del fuoco impegnati in tremila interventi, 500 dei quali per frane e alluvioni

Sondrio

La festa di Santa Barbara 2025 ha segnato un momento di passaggio per i Vigili del fuoco italiani e, allo stesso tempo, ha ribadito il valore profondo della tradizione all’interno del Corpo. A Sondrio, la celebrazione si è svolta secondo le nuove indicazioni della Direzione centrale, che da quest’anno imprimono alla ricorrenza del 4 dicembre una connotazione principalmente religiosa, mentre la dimensione istituzionale e civile verrà concentrata, dal 2026, nella nuova ricorrenza nazionale del 27 febbraio.

La solenne messa celebrata nella chiesa del Sacro Cuore, alla presenza delle autorità civili e militari, ha rappresentato il cuore simbolico della giornata. Subito dopo, il comandante provinciale Alessandro Granata ha tracciato il bilancio dell’attività dell’anno, un bilancio denso, che evidenzia un territorio sempre più fragile e un Comando chiamato, ancora una volta, a reggere una pressione operativa crescente. Granata ha aperto il suo intervento parlando dei più di 3.000 interventi complessivi registrati nel 2025, numero ormai stabilmente superiore alla media del decennio precedente.

«Il nostro territorio sta cambiando rapidamente - ha sottolineato - e noi ci troviamo spesso in prima linea nel fronteggiare eventi che, per intensità e frequenza, non appartenevano alla normalità fino a pochi anni fa». Il dato più significativo riguarda ancora una volta le emergenze idrogeologiche: quasi 500 interventi tra frane, smottamenti e alluvioni. Un numero che va letto alla luce della conformazione della Valtellina e della Valchiavenna, vallate lunghe, incassate e punteggiate da versanti instabili. Le precipitazioni intense e concentrate, sempre più frequenti, trasformano spesso criticità ordinarie in situazioni di pericolo immediato, come dimostrano gli episodi che hanno segnato il 2025. Tra questi, il comandante ha ricordato l’intervento di Valdisotto, che per oltre un mese ha impegnato vigili permanenti e volontari in turni prolungati, monitoraggi continui e attività di messa in sicurezza che hanno richiesto un coordinamento complesso.

«È stata una delle operazioni più lunghe e impegnative degli ultimi anni - ha spiegato Granata -. Abbiamo lavorato giorno e notte, con l’obiettivo di proteggere la popolazione e garantire la stabilità delle infrastrutture più esposte». Elevato anche il numero degli incendi: più di 550 quelli gestiti quest’anno, tra civili, industriali, agricoli e boschivi. A questi si sommano circa 180 interventi per incidenti stradali e oltre 120 ricerche di persone scomparse, spesso condotte in ambienti impervi e con il supporto di nuclei specializzati. Accanto al soccorso, un ruolo determinante resta quello della prevenzione. Nel 2025 sono state lavorate oltre 2.000 pratiche di prevenzione incendi, tra pareri, verifiche e sopralluoghi. Un’attività silenziosa ma vitale, che coinvolge aziende, enti pubblici e privati e che ha l’obiettivo di ridurre i rischi alla fonte. «La prevenzione è parte integrante del nostro lavoro - ha ricordato il comandante -. Non è solo una questione di adempimenti, ma di cultura della sicurezza».

Granata ha poi dedicato una parte del suo intervento al personale, ringraziando il vice direttore in servizio (presto ne arriveranno altri due), i tre ispettori antincendio, i 52 capireparto e capisquadra, gli 11 dipendenti del ruolo tecnico professionale (gli ex amministrativi), i 140 vigili permanenti e gli oltre 200 volontari distribuiti nei distaccamenti della provincia. Una struttura che funziona grazie alla professionalità e allo spirito di servizio, ma che rimane sottodimensionata rispetto alle esigenze. «Nonostante le difficoltà, il Corpo ha dimostrato ancora una volta senso del dovere, capacità e passione. È grazie a questi uomini e donne che riusciamo a garantire un presidio di sicurezza affidabile e tempestivo» ha affermat”o.

“Personale? I numeri sono insufficienti”

Il tema della carenza di personale nei Vigili del fuoco non è nuovo, ma in provincia di Sondrio assume un peso particolare. Lo ha ribadito anche il comandante Alessandro Granata nel suo intervento in occasione delle celebrazioni di Santa Barbara, ricordando come il Comando possa contare su circa 140 vigili permanenti e 200 volontari, numeri insufficienti se confrontati con la vastità del territorio, la montuosità e l’aumento degli eventi emergenziali. Da anni le organizzazioni sindacali richiamano l’attenzione su un organico che non cresce in proporzione alle esigenze. Le recenti riforme hanno ridisegnato ruoli e competenze, ma gli inserimenti non riescono a compensare pensionamenti, trasferimenti e il fisiologico turn over. La conseguenza è un aumento del carico di lavoro e la necessità di ricorrere spesso ai distaccamenti volontari, fondamentali ma non sempre disponibili nelle fasce orarie più critiche. Il 2025 è stato l’ennesimo anno in cui la Valtellina ha visto un alto numero di interventi: frane, alluvioni, incendi boschivi e ricerche persona. «Situazioni che richiedono personale esperto, mezzi adeguati e turnazioni sostenibili - ha sottolineato Granata -. In diversi momenti dell’anno, in particolare durante l’emergenza per la frana di Valdisotto, molti vigili hanno lavorato per settimane con riposi ridotti, coprendo più ruoli e garantendo la continuità operativa». Il problema non riguarda solo l’attività di soccorso. Il settore della prevenzione incendi, che a Sondrio gestisce più di 2.000 pratiche all’anno, necessita di figure tecniche qualificate difficili da reperire. L’assenza di nuovi direttivi accentua ulteriormente la pressione su chi è già in servizio. Granata ha ribadito l’importanza dei volontari, «risorsa preziosa e indispensabile», ma ha anche ricordato che un sistema basato troppo su di loro rischia di diventare fragile, soprattutto in un territorio soggetto a fenomeni violenti e imprevedibili. «Non chiediamo privilegi - ha detto - «ma la possibilità di operare con organici che rispecchino la realtà operativa di questa provincia». Il Comando attende nuove assegnazioni, ma la soluzione potrà arrivare solo da un piano strutturale nazionale che riconosca la specificità dei territori montani. Nel frattempo, il lavoro continua grazie a professionalità, spirito di corpo e una dedizione che supplisce — per quanto possibile — alle lacune numeriche.

Una cerimonia di transizione

Il 2025 rappresenta un anno di transizione anche per le celebrazioni ufficiali del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco. Con l’introduzione della nuova festività nazionale — fissata al 27 febbraio — la ricorrenza di Santa Barbara, che dal dopoguerra rappresentava un riferimento tradizionale, cambia volto. Secondo le nuove disposizioni della Direzione centrale per l’amministrazione generale del Corpo, la festa nazionale del 27 febbraio sarà istituita a partire dal 2026, in occasione del “Giorno dell’istituzione del Corpo”. In tutta Italia, in quell’occasione, i comandi saranno chiamati ad aprire le proprie sedi alla cittadinanza, promuovere iniziative di informazione, sicurezza e solidarietà, celebrando il ruolo del Corpo come presidio permanente di protezione civile. Tuttavia, la ricorrenza di Santa Barbara non sparisce: come ha confermato il comandante Alessandro Granata, continuerà ad essere celebrata, ma con “una connotazione specificamente religiosa”, mantenendo il valore spirituale e simbolico della Patrona. La scelta di istituire una festa nazionale in febbraio risponde anche alla volontà di dare maggiore visibilità al ruolo istituzionale dei Vigili del fuoco, distinguendo il momento celebrativo dal profilo religioso. In questo modo, il 27 febbraio diventerà occasione per coinvolgere la cittadinanza, le istituzioni e le comunità locali in eventi pubblici, momenti di informazione sulla prevenzione, dimostrazioni, open day e iniziative di sensibilizzazione. Per il 2025, quindi, Sondrio — come altri comandi — ha anticipato i tempi, abbracciando la nuova linea: mantenere viva la tradizione di Santa Barbara, ma calibrata sul valore spirituale; e contestualmente preparare la transizione verso la “festa nazionale” di febbraio. Si apre così una nuova fase per il Corpo: da un lato la valorizzazione della memoria, del sacrificio e dello spirito di servizio; dall’altro una volontà di apertura verso la comunità, di trasparenza, partecipazione e rispetto delle nuove direttive istituzionali.

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