Operaio morto a Mantello, disposta l’autopsia

L’ha deciso la Procura di Sondrio. Si devono stabilire le cause e le modalità del decesso. I sindacati chiedono chiarezza sulla dinamica

Mantello

Il 58enne Paolo Vallan, residente a Cino, sposato e padre di tre figli, morto l’altro pomeriggio nella cava di Mantello, in via Valeriana, è la prima vittima sul lavoro in Valtellina e Valchiavenna del 2025. E’ precipitato, dopo avere perso l’equilibrio, all’interno del frantoio dove vengono spezzettate le pietre durante la lavorazione nel deposito di sabbia del paese della Bassa Valtellina.

L’ultima vittima sul lavoro, in provincia di Sondrio, risale al 13 dicembre dello scorso anno, quando morì un lavoratore della Basilicata, Salvatore Briamonte, 65 anni, impegnato nei lavori di costruzione della tangenziale di Bianzone-Tirano.

Le indagini sono ancora in corso da parte dei carabinieri della caserma di Traona, dipendenti dalla Compagnia di Chiavenna, unitamente agli ispettori del Psal (Prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro). A coordinarle il sostituto procuratore Giulia Alberti che, dopo l’incidente, ha fatto un sopralluogo dove l’operaio tra i più esperti e non lontano dalla pensione è stato inghiottito dal macchinario. Un collega della vittima, che ha assistito impotente al drammatico infortunio, si era precipitato in ufficio per fermare il dispositivo del macchinario, ma purtroppo è stato impossibile evitare la tragica fine di Vallan.

«Non mi sento di dire nulla al momento - le uniche parole di Davide Conca, l’imprenditore del Lecchese che alcuni anni fa ha rilevato l’azienda specializzata in scavi, movimenti terra e produzione di calcestruzzo - magari più avanti».

Al momento l’inchiesta per l’ipotesi di omicidio colposo è ovviamente alle battute iniziali e la Procura di Sondrio, diretta da Piero Basilone, ha disposto l’autopsia da eseguirsi nei prossimi giorni.

Intanto Feneal, Filca e Fillea si “stringono attorno alla famiglia della vittima e ai colleghi di lavoro, esprimendo il più profondo cordoglio per quanto accaduto”. Inoltre le organizzazioni sindacali, attraverso i segretari provinciali di categoria Annunziato Larosa (Feneal Uil), Rossano Ricchini (Filca Cisl) ed Enrico Samarini (Fillea Cgil) tornano a puntare l’attenzione sul tragico bilancio che ogni giorno in Italia determinano gli incidenti sul lavoro e su quanto ancora si deve fare per tutelare la sicurezza dei lavoratori.

«Riteniamo necessario - affermano i sindacati - che le autorità competenti conducano al più presto tutte le indagini per accertare le cause dell’accaduto». Nel 2024 sono state 11 le persone residenti in Valtellina che hanno perso la vita, chi a seguito di infortuni sul lavoro, chi per le conseguenze di incidenti passati o per malattie lavorative. Sono dieci uomini e una donna, età compresa tra 24 e 90 anni i lavoratori deceduti nei modi più disparati. Simone Giacomelli, Luca Piani e Alessandro Pozzi: questi i nomi dei tre giovani finanzieri del Sagf morti il 29 maggio del 2024 durante un’esercitazione in Valmasino.

Per infortunio sul lavoro hanno perso la vita l’anno scorso, ma fuori provincia, anche Carlo Lenatti, 38 anni, di Montagna in Valtellina, rimasto schiacciato il 24 aprile sotto il piccolo escavatore che stava manovrando in un cantiere di Laglio, in provincia di Como, per la realizzazione di una villetta; e Carlo Maletta, geometra di Cercino di 56 anni, schiacciato il 2 luglio da un macchinario a Meina, in provincia di Novara, dove era impegnato in un cantiere ferroviario lungo la linea Milano-Domodossola. C’è anche il nome di Ernesto Della Mina, imprenditore di Traona di 72 anni morto il 17 dicembre scorso dopo essere finito con l’escavatore nel fiume Adda.

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