Cronaca / Tirano e Alta valle
Mercoledì 03 Dicembre 2025
Livigno: si è spenta nonna Adele, la centenaria del piccolo Tibet
Lo scorso 8 luglio aveva festeggiato il traguardo cantando insieme a parenti e amici
Livigno
Si è spenta a 100 anni Adele Bormolini, la nonnina di Livigno. L’unica a raggiungere un simile traguardo nel Piccolo Tibet. Lo scorso 8 luglio aveva festeggiato lo storico traguardo con una grande festa nella sede dell’associazione anziani del paese, della quale aveva fatto attivamente parte, attorniata dalla sua grande famiglia fatta di figli, nipoti e pronipoti. In quell’occasione aveva sfoggiato per l’ennesima volta le sue doti canore, cantando Piemontesina Bella e altri brani del suo repertorio.
L’ultimo saluto le sarà dato questa mattina (giovedì) alle 10 nella chiesa parrocchiale di Santa Maria. La famiglia nel manifesto funebre ha voluto ringraziare i medici che l’hanno curata nella lunga esistenza terrena: Giambattista Ceresa e Francesco Nisio, l’infermiera Cati e Lali che le prestava assistenza in questa ultima fase. Per tanti decenni Adele ha gestito il bar Agata al quale raggiungeva a piedi l’alpeggio per andare a mungere e a fare il formaggio. Lei che aveva vissuto vissuto le valanghe del ’51 che portarono morte e distruzione a Livigno, ha visto l’apertura del Foscagno, la costruzione della diga, la crescita turistica di Livigno, era la storia vivente del paese. Era molto legata alla sorella Rina di 98 anni con la quale si incontrava spesso, a cadenza quindicinale. Anche pochi anni fa, da novantenni, insieme andavano a fare la spesa in bottega.
E ’ una famiglia longeva quella dei Bormolini “Santin” perché Adele lascia altri fratelli in là con l’età: Ettore di 90 anni, Vittorina di 88 e Cristiano di 87. Da ragazzina Adele aveva lasciato Livigno perché a quei tempi era impossibile lavorare il loco ed era andata come molti compaesani in Svizzera dove l’offerta non mancava. Lei a Zernez, raggiunto con un cammino di quattro ore a piedi da Livigno, a fare la bambinaia come allora si chiamavano le baby sitter. Un’esperienza che le consentì di imparare il tedesco. Ed in Svizzera a lavorare l’aveva raggiunta anche il fidanzato Enrico “Chicco”, poi divenuto marito al ritorno a Livigno nell’anno delle valanghe, il ’51. Un matrimonio del quale nacquero otto figli: sette viventi. Raccontava che a scuola non le piaceva frequentare la scuola e da bambina doveva andare per legna col papà Amava ricordare anche i giochi che faceva da bambina: quello di indovinare i sassolini racchiusi in una mano “concon maron” ed una sorta di nascondino: il cucù che ora farà da lassù.
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