Cronaca / Tirano e Alta valle
Mercoledì 10 Dicembre 2025
Progetto sperimentale Niguarda–Asst Valtellina: un nuovo percorso terapeutico per la fibromialgia
Questa mattina all’ospedale Morelli di Sondalo è stata presentata l’iniziativa. Un nuovo programma multidisciplinare dedicato ai pazienti, che prevede terapie complementari, soggiorno residenziale al Morelli e trasporto gratuito grazie al supporto delle associazioni
Sondalo
Un progetto sperimentale attivato dall’ospedale Niguarda di Milano in tandem con Asst Valtellina e Alto Lario per garantire un percorso di cura dedicato, anche con ricorso a terapie complementari come immersioni nella natura, sessioni alle terme, mindfulness e nordic walking, a pazienti affetti da fibromialgia.
É stato presentato questa mattina al Morelli di Sondalo da Alberto Zoli, direttore generale dell’Asst Grande ospedale metropolitano Niguarda di Milano, da Ida Ramponi, direttore generale di Asst Valtellina e Alto Lario, unitamente ad Oscar Epis, direttore della Reumatologia del Niguarda, e a Luca Binda, direttore del dipartimento funzionale di Riabilitazione di Asst Valtellina e Alto Lario.
Presenti, a questo momento istituzionale anche i main partner di questa iniziativa, cioè coloro che hanno messo a disposizione gli strumenti per far sì che le pazienti del Niguarda, ma non solo, possano prendere parte al progetto terapeutico e raggiungere il Morelli con trasporto gratuito e assicurato da Cancro primo aiuto, Insieme per vincere ed Auser, oltre a realtà private come le Terme di Bormio ed Iperal, che ha messo a disposizione buoni spesa per i medici addetti alle cure.
«Abbiamo ideato un programma di tre settimane che coinvolga da 8 a 15 pazienti alla volta - ha precisato Alberto Zoli, direttore generale dell’Asst Niguarda -. Il percorso si svolge all’ospedale di Sondalo, dove i professionisti di Niguarda sono presenti per collaborare con le figure professionali lì attive e per seguire da vicino ogni passo e ogni attività. E’ un vero e proprio soggiorno residenziale, una formula che permette di fare valutazioni specialistiche approfondite, così come trattamenti continui e coordinati e diverse attività di gruppo, capaci di migliorare sensibilmente i benefici delle terapie».
Al termine delle tre settimane i pazienti proseguiranno i loro percorsi al Niguarda o in centri territoriali di secondo livello con un programma strutturato di controllo e monitoraggio della patologia. Insidiosa e subdola, che riguarda soprattutto donne, in particolare tra i 35 e i 55 anni, e che provoca sintomi anche molto invalidanti fra cui dolore cronico diffuso, disturbi del sonno, alterazioni cognitive, debolezza costante, emicrania, dismenorrea, disturbi digestivi e sindrome del colon irritabile.
Sintomi generici, se così si può dire, che portano il paziente ad effettuare numerose visite specialistiche prima di arrivare a una diagnosi di una patologia che non ha una cura risolutiva e che viene trattata in pochi centri in Italia. Il Niguarda è uno di questi e la liason con Sondalo sembra ideale da questo punto di vista. «Si tratta di una prima, importante esperienza di riabilitazione residenziale per questi pazienti - commenta Ida Ramponi, direttore generale di Asst Valtellina e Alto Lario - organizzata per una presa in carico multidisciplinare che coinvolge numerosi professionisti in grado di accompagnare la persona lungo tutto il percorso, e anche oltre. Questa presa in carico contempla anche un rapporto stretto con le strutture delle Terme di Bormio, con i loro servizi e con le associazioni che si occupano di fibromialgia, oltre a poter contare su un servizio di trasporto gratuito tra Niguarda e la Valtellina».
Mercoledì, infatti, davanti al 4° padiglione del presidio sondalino, Flavio Ferrari, ad di Cancro Primo aiuto, e Daniela Gurini, presidente di Insieme per vincere, hanno consegnato alle Asst coinvolte il pulmino per il trasporto dei pazienti che verrà poi effettuato dai volontari Auser. Tenendo presente che un servizio di trasporto, ma in quel caso di medici, è già in atto dal 2024 fra il Niguarda e la Valtellina, grazie a Cancro primo aiuto, con 56mila chilometri effettuati e 252 medici trasportati quotidianamente.
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