
Ambiente
Mercoledì 09 Maggio 2012
Caro bolletta, rinnovabili assolte
A pesare è sempre il petrolio
Uno studio della Fondazione per lo sviluppo sostenibile mostra come, nonostante il calo dei consumi, sui costi energetici alla fine pesano molto di più le fonti fossibili che non gli incentivi per sviluppare le fonti rinnovabili
A metterlo in evidenza il presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Edo Ronchi. Gli aumenti più consistenti, rileva la Fondazione, "riguardano il petrolio, la cui fattura passa da 28,4 miliardi nel 2010 a 34,9 miliardi nel 2011, anche se i consumi di sono scesi da 72,2 Mtep a 70,9 Mtep nel 2011".
Se si guardano i dati del decennio scorso, dal 2000 al 2011, "il fenomeno del forte aumento dei costi dei combustibili fossili è ancora più evidente: erano 34,7 miliardi (in valore reale 2011) nel 2000 e sono saliti a 58 miliardi nel 2011, con un aumento di 23,3 miliardi, anche se i consumi di combustibili fossili (petrolio, gas e carbone) sono scesi da 162,8 Mtep nel 2000 a 151 Mtep nel 2011".
Secondo la Fondazione per lo sviluppo sostenibile "l'aumento dell'incentivo in bolletta per le rinnovabili elettriche, a fine 2011, rispetto al 2010, è stato, insolitamente alto, pari a circa 6 miliardi, con aumento della produzione nazionale di energia elettrica rinnovabile, soprattutto fotovoltaica, di circa 10 miliardi di KWh (chilowattora)".
In ogni caso si tratta di "un aumento inferiore di quello della bolletta pagata per le fonti fossili, importate, aumento pagato nonostante un consumo minore. Se guardiamo al futuro - prosegue Ronchi- è bene tener presente che le fonti fossili costeranno sempre di più (in particolare il petrolio), mentre i costi delle rinnovabili (e degli incentivi) sono in diminuzione".
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