Blocco dei crediti. «Imprese artigiane rischiano di fallire»

Superbonus Grido d’allarme di Confartigianato Sondrio. «Le piccole aziende edili sono in crisi di liquidità. Non possono andare avanti e si fermano i cantieri»

L’allarme lo avevano lanciato già qualche settimana fa, ma nulla è cambiato e la situazione si fa più critica, in qualche caso drammatica, ad ogni giorno che passa. Motivo per cui Confartigianato Sondrio chiede che il Governo riveda sì il sistema delle aliquote, abbassandole, ma garantendone l’efficacia nel medio e lungo termine così da consentire la programmazione dei lavori.

Il problema del blocco del mercato dei crediti fiscali legato agli interventi edilizi, a partire dal Superbonus 110% non sta soltanto facendo saltare cantieri e rinviare decisioni, annullando delibere di condomìni che avevano pensato di approfittarne per rifare tetti, sostituire caldaie e, in generale, migliorare l’efficienza energetica degli edifici, ma ora rischia di portare al fallimento le imprese, soprattutto quelle più piccole soffocate dalla mancanza di liquidità.

La questione è sempre la stessa: banche, Poste o Cassa depositi e prestiti hanno esaurito la capacità di compensarli e dunque non acquisiscono più nuovi crediti. A farne le spese sono le imprese della filiera delle costruzioni, e soprattutto quelle artigiane, che restano con il cassetto fiscale pieno di crediti esigibili ma senza liquidità.

Negli ultimi giorni a rilanciare il grido d’allarme a livello nazionale è stato Stefano Crestini presidente di Anaepa, la rappresentanza del comparto edile all’interno Confartigianato, mentre in Valtellina a farlo è l’omologo provinciale Paolo Panizza.

«Siamo al paradosso: ci sono migliaia di imprese che rischiano di fallire per crediti - ha dichiarato Crestini -. Quando il Superbonus è andato a regime non c’era questa sensazione di pericolo. Si contrattualizzava il lavoro, poi si caricava il credito nelle piattaforme e si vendeva. Da un momento all’altro il meccanismo si è fermato, anche i soggetti pubblici come Poste e la Cassa hanno chiuso lasciando una scia di crediti senza liquidità».

La questione è legata ai numerosi cambiamenti normativi che il Superbonus ha subito per cercare di arginare l’andamento truffaldino che in qualche caso l’incentivo ha assunto. Soltanto che si è passati dal “liberi tutti” iniziale a una chiusura improvvisa che ha provocato le difficoltà che ora le imprese denunciano.

«Come si può biasimare un imprenditore che ha firmato un contratto per una villetta o un installatore di caldaie che ha realizzato tanti micro-interventi con lo sconto in fattura e ora è a corto di soldi? – chiede Crestini - L’urgenza è far ripartire le cessioni per scongiurare il fallimento di migliaia di imprese artigiane e il blocco dei cantieri avviati». Già perché il rischio è anche questo: lavori che si interrompono a metà o anche prima.

«La situazione di totale incertezza che si è venuta a creare sta mettendo a dura prova tutto il settore - testimonia Panizza -. Le micro imprese, così numerose nella nostra realtà, hanno firmato dei contratti con la committenza quando erano in vigore determinate regole e oggi, a seguito delle modifiche da parte del Governo, fanno molta fatica a portare a termine gli impegni presi perché si trovano improvvisamente senza liquidità». La via è quella della revisione del sistema degli incentivi fiscali che per come è strutturato adesso non funziona.

«Bisogna che il Governo ripensi a delle aliquote inferiori al 110% ma incentivanti allo stesso tempo .- dice Panizza - e che le renda certe nel medio lungo termine se non strutturali per evitare speculazioni e bolle inflazionistiche e per consentire ai cittadini e alle imprese una programmazione efficace di lavori e cantieri».

Le criticità di tutto il sistema e l’allarme del mondo delle micro e piccole imprese, come la preoccupazione per la certificazione Soa, sono già state trasmesse da Confartigianato Sondrio ai parlamentari eletti in Valtellina e Valchiavenna.

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