
Economia / Sondrio e cintura
Lunedì 23 Giugno 2025
Bper-Bps: «Opportunità per azionisti e dipendenti»
Gianni Franco Papa, amministratore delegato di Bper, in visita a Sondrio ha spiegato il senso dell’operazione lanciata su Bps. «Non solo la fusione tra due ex popolari si farà e con oltre il 50% di adesioni, ma soprattutto porterà benefici a tutti»
Sondrio
Due banche, un’operazione amichevole, uno stesso dna. Fatto di rapporti di prossimità con le comunità e con la clientela intesa nella sua accezione più larga (dalle famiglie alle aziende più grandi passando per piccole e medie imprese), di attenzione allo sviluppo sociale del territorio e nei confronti dei propri dipendenti.
Si poggia su quello stesso manuale elicoidale di istruzioni per il funzionamento dell’organismo e su rapporti consolidati nel tempo - con molte fabbriche prodotto in comune -, il progetto di fusione di Bper con la Banca popolare di Sondrio, lanciato il 6 febbraio con l’Offerta pubblica di scambio e che si sta concretizzando proprio in questi giorni con l’avvio il 16 giugno e il termine l’11 luglio.
Proprio la matrice comune del dna dovrebbe rappresentare la ragione prima di “rassicurazione” per chi teme di vedere snaturato il senso di banca del territorio. Ne è convinto Gianni Franco Papa, l’amministratore delegato di Bper che non ha dubbi: non solo la fusione tra due ex popolari si farà e con oltre il 50% di adesioni, ma soprattutto porterà benefici a tutti, «perché – dice Papa che ha già incontrato clienti e istituzioni valtellinesi - non facciamo un investimento che era di 4,3 miliardi quando abbiamo lanciato l’operazione e che ora è salito perché lo hanno fatto le due azioni, per svuotare di contenuto l’oggetto della nostra operazione. È dunque chiaro che l’economia valtellinese non ha nulla da temere da parte nostra, anzi se possibile noi l’assisteremo ancora di più. Nel triennio passato, ma è stato confermato anche per il prossimo, abbiamo erogato più di 20 milioni per operazioni che riguardano il sociale e lo sviluppo delle comunità. Contributi di cui godrà anche la Valtellina».
Il ceo di Bper conferma anche la natura non ostile di un’operazione accelerata dagli eventi e che nella situazione geopolitica internazionale trova ancora più solide ragioni d’essere. «Nel piano industriale presentato il 10 ottobre 2024, piano recepito molto bene dal mercato – ricorda Papa - avevamo indicato la volontà di procedere su base stand alone per tutto quest’anno, riservandoci di guardarci intorno nel 2026. Però a partire da novembre dello scorso anno il mondo è cambiato. Ci sono state tutta una serie di offerte, di operazioni lanciate da varie banche che hanno movimentato il mercato e a quel punto abbiamo ritenuto che fosse necessario anticipare questa operazione».
Le due banche per la loro storia, per le scelte fatte negli ultimi anni – molte fusioni per Bper, apertura di filiali per la Popolare – si trovano oggi ad essere complementari con poche sovrapposizioni. «Al punto che dalle prime informazioni, non ufficiali, ricavate dal dialogo con l’Antitrust - dice Papa - saremmo costretti a cedere un numero limitatissimo di filiali (meno di dieci) e non della Sondrio».
Un’operazione che per il ceo di Bper rappresenta un’opportunità di crescita per una realtà che continuerà a sostenere i territori avendo però più forza per rispondere anche a tutti quei fenomeni esogeni, impossibili da governare. Basti pensare a quanto accade in Medio Oriente: l’eventuale chiusura dello stretto di Hormuz a seguito dell’attacco sull’Iran comporterà una serie di problematiche macroeconomiche che peseranno soprattutto sull’Europa. E per fronteggiare le quali servono realtà più grandi.
«L’unione di queste due banche creerà quella che io ho definito una grande banca commerciale italiana – spiega Papa -. Noi oggi come Bper gestiamo per i nostri clienti già più di 310 miliardi di cosiddetti total financial asset. Insieme a Sondrio arriveremo a superare i 400 miliardi posizionandoci al numero tre nel mercato italiano dopo Intesa e Unicredit. Quando parlo di grande banca non mi riferisco soltanto al fatto che avremo 6 milioni di clienti e più di 2.000 filiali in tutta Italia, ma mi riferisco al fatto che sarà una banca che avrà un capitale ancora più forte e una maggiore liquidità che verrà impiegata per assistere le economie delle comunità e dei territori in cui operiamo».
In Valtellina sarà mantenuta una presenza forte: una direzione territoriale con facoltà creditizia. «Contiamo molto sulla competenza dei colleghi, sulla loro conoscenza del territorio - ancora il ceo - e diamo molta libertà d’azione. So che il personale della Sondrio è molto attaccato alla banca e quindi sono convinto che ci saranno tanti colleghi che potranno aspirare a posizioni più senior: chi ha i numeri va avanti». «Noi siamo qui per migliorare la situazione, non per peggiorarla, sarebbe contro i nostri interessi – conclude Papa -. Io faccio l’amministratore da un anno e 2 mesi, la banca valeva meno di 5 miliardi, oggi ne vale 11. Quindi forse qualche cosa di buono l’abbiamo fatto».
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