
Economia / Sondrio e cintura
Lunedì 10 Febbraio 2025
Bps-Bper: domani si riunisce il consiglio di amministrazione della Popolare
C’è da decidere se dare battaglia oppure, come sembrerebbe essere più probabile, percorrere la strada del dialogo con la controparte. Intanto la preoccupazione e la fibrillazione tra cittadini, imprese e dipendenti sono massime
Sondrio
Metabolizzare, riflettere, valutare e decidere. Occhi del mercato tutti puntati su piazza Garibaldi domani. A cinque giorni dall’offerta pubblica di scambio lanciata da Bper Banca, a sole due ore dall’approvazione di un bilancio 2024 nuovamente in crescita per la Popolare di Sondrio, è tempo di capire le contro mosse dell’istituto di credito valtellinese. Bper Banca ha messo sul tavolo 4,3 miliardi di euro per portare la banca sondriese sotto il proprio controllo, e domani la Popolare riunisce, in via del tutto straordinaria, come richiede il contesto, il proprio consiglio di amministrazione per valutare la situazione. C’è da decidere se dare battaglia oppure, come sembrerebbe essere più probabile, percorrere la strada del dialogo con la controparte.
Anche perché a fare da regista all’intera operazione, che ha sorpreso più per i tempi che per la sostanza, è Unipol, primo azionista in entrambe le banche con un 24% detenuto in Bper (di cui un 5% in derivati) e poco meno del 20% nella Popolare di Sondrio. Unipol, che affronterà la questione nel cda di giovedì, già convocato per esaminare i risultati di bilancio, per bocca del suo presidente Carlo Cimbri, ha già benedetto l’operazione definendola «un matrimonio naturale tra banche che hanno forti radici comuni e un legame di lungo periodo». La risposta della Popolare all’offerta «non concordata e non sollecitata» come hanno ricordato i vertici in una nota, ma «non ostile» come invece ha tenuto a sottolineare il ceo di Bper, Gianni Franco Papa, è attesa con il fiato sospeso da tutto il mondo economico locale e non soltanto.
La preoccupazione e la fibrillazione tra cittadini, imprese e dipendenti sono massime. All’indomani dell’offerta, il consigliere delegato e direttore generale della Popolare di Sondrio, Mario Alberto Pedranzini aveva inviato una lettera ai dipendenti rassicurandoli sul fatto che saranno tutelati «gli interessi di tutti gli stakeholder, in primis degli azionisti e dei dipendenti. Il nostro personale è il primo valore di questa azienda e gli ottimi risultati ne sono la testimonianza». L’associazione dei piccoli azionisti, “Insieme per la Popolare”, presieduta da Matteo Lorenzo De Campo, aspetta di capire le mosse dell’istituto di piazza Garibaldi prima di rivolgersi ai propri aderenti, anche loro in trepidante attesa. Il disegno che ha spinto l’ops di Bper, dopo le acquisizioni di Carige e del ramo dell’ex Ubi, a diventare il terzo gruppo bancario alle spalle di Intesa Sanpaolo e UniCredit per total financial asset, depositi e prestiti, grazie a sei milioni di clienti, una quota di mercato del 10% a livello nazionale e del 14% in Lombardia.
Dalla fusione con la Popolare, nascerebbe un gruppo da oltre due miliardi di utili al 2027, un Rote vicino al 15% e benefici derivanti anche dalla compresenza in diverse fabbriche prodotto, dall’asset management (Arca fondi) alla bancassurance (Arca Assicurazioni) e nel leasing (Alba). Previste sinergie per 290 milioni di euro. «Limitati» invece secondo il ceo di Bper gli impatti sociali, grazie alla complementarietà delle due reti: previste uscite solo volontarie, mentre la sovrapposizione delle filiali (8 quelle in eccesso) dovrebbe essere minima. Garantito il mantenimento del marchio della Popolare.
La tabella di marcia messa a punto da Bper avrebbe come obiettivo quello di provare a chiudere il cerchio entro l’estate. A valle dell’acquisizione, ci sarà poi da ragionare sull’eventuale nuovo assetto di governo. E su questo Unipol potrebbe giocare un ruolo importante cercando di avere un occhio di riguardo per il territorio e le sue istanze.
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