Economia / Lecco città
Sabato 13 Luglio 2013
Ex Proferall di Cortenova
Salvati 60 posti di lavoro
L’azienda è fallita ma la procedura ha permesso di salvaguardare quasi tutti i dipendenti - Il curatore Cesare D’Attilio: «Un risultato importante in un momento di profonda crisi»
Cortenova L’azienda fallisce, ma il procedimento fallimentare effettuato puntualmente dal curatore permette di salvare ben 60 dei 75 posti di lavoro precedenti.
Un potenziale disastro economico per decine di famiglie, dunque, trasformato con un intervento certosino in un piccolo successo: è il caso della Pro.Fer.All. srl, società messa in liquidazione nel luglio di due anni fa, dopo il tentativo, vano, di ristrutturare il debito nel 2010.
Nel luglio 2011, l’azienda mutò dunque la propria denominazione in “Vama (già Pro.Fer.All.) S.r.l. in liquidazione” ed avviò il procedimento finalizzato al salvataggio della realtà produttiva e dei dipendenti, con un contratto di affitto di azienda stipulato con la società PFA srl che fa capo ad un unico imprenditore, il cui nome è ben noto in tutto il territorio lecchese: Aristide Stucchi.
Il fallimento sembrava già in quel momento inevitabile e infatti è stato dichiarato dal tribunale di Lecco nel dicembre dello stesso anno, con la nomina del giudice delegato Dario Colasanti e del curatore fallimentare Cesare D’Attilio.
In primo luogo, quest’ultimo ha valutato con attenzione le clausole relative all’affitto dell’azienda già in essere, arrivando alla stipula di un nuovo contratto, con la modifica di alcuni aspetti di quello precedente, in quanto la soluzione si stava dimostrando positiva per le sorti della stessa ex Pro.Fer.All. srl.
E’ stata questa considerazione che ha spinto il curatore a inserire nel nuovo contratto di affitto la clausola secondo cui la società di Stucchi sarebbe stata tenuta a partecipare «alla procedura competitiva che venisse indetta per la vendita dell’azienda comprensiva del magazzino e di ogni altro bene materiale o immateriale organizzato per l’esercizio dell’impresa, formulando un’offerta non inferiore ad euro 2.075.000».
Impegno che la Pfa unipersonale srl ha quindi rispettato all’atto della pubblicazione dell’avviso di vendita, che poneva come prezzo base la somma di 4,5 milioni di euro. L’offerta di Stucchi è stata di poco più di 2 milioni ma sufficiente, in quanto l’unica, ad aggiudicarsi provvisoriamente l’azienda.
Il risultato principale, però, è stato quello relativo all’organico della ex Pro.Fer.All.: l’avviso di vendita prevedeva come condizione perentoria il «mantenimento di un livello occupazionale non inferiore a quello esistente nell’azienda al momento dell’aggiudicazione», che era pari a una sessantina di persone. Anche in questo caso, la società di Aristide Stucchi ha rispettato le prescrizioni, sottoscrivendo l’accordo a tutela dei lavoratori dipendenti in Confindustria nel febbraio scorso. L’atto definitivo di cessione è stato quindi stipulato a maggio.
La ex Pro.Fer.All., dunque, grazie ad una procedura fallimentare particolarmente efficace, non ha di fatto perso un giorno di lavoro: «chi sia transitato dinanzi ai cancelli dell’azienda non ha mai potuto avere avvisaglie di difficoltà economiche – conclude D’Attilio -: non è mai stata interrotta l’operatività dell’insediamento produttivo e per 60 dei 75 dipendenti originariamente a libro paga è stato salvaguardato il posto di lavoro. Un risultato importante».
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