Lecco e Sondrio: imprese resilienti in un contesto instabile

L’Osservatorio Congiunturale Rapido di Confindustria Lecco e Sondrio, riferito a marzo 2025, evidenzia una situazione economica complessa ma complessivamente stabile per le imprese del territorio. Un quadro eterogeneo, ma privo di segnali allarmanti, secondo il presidente Marco Campanari

Lecco

Le imprese delle province di Lecco e Sondrio si muovono in un contesto complesso, ma sostanzialmente stabile. È questo il quadro che emerge dall’ultima edizione dell’Osservatorio Congiunturale Rapido, curato da Confindustria Lecco e Sondrio e riferito al mese di marzo 2025.

Nonostante le tensioni geopolitiche, l’aumento dei costi delle materie prime e l’impatto dei dazi internazionali – in particolare quelli introdotti dagli Stati Uniti – il sistema produttivo locale mostra ancora capacità di tenuta. La maggior parte degli indicatori economici si mantiene su livelli analoghi a quelli del mese precedente, con una leggera vitalità sul mercato interno e segnali più deboli sul fronte estero.

Il mercato domestico si conferma più dinamico rispetto all’export: oltre un’impresa su tre ha registrato un aumento del fatturato in Italia, mentre le vendite oltre confine sono risultate stabili o in calo per una buona parte del campione. Anche la produzione ha seguito un andamento simile, con il 53,7% delle aziende che segnala livelli invariati e solo una minoranza che riporta flessioni. Il tasso medio di utilizzo degli impianti si è attestato al 76,2%, con punte superiori al 79% per le imprese di maggiori dimensioni.

Sul fronte occupazionale, la fotografia restituita dall’indagine è incoraggiante: l’86,4% delle aziende dichiara di aver mantenuto stabili i propri organici. Tuttavia, restano segnali di fragilità: oltre un’impresa su dieci ha fatto ricorso agli ammortizzatori sociali, e le previsioni per il secondo trimestre evidenziano un certo equilibrio tra attese di crescita e timori di riduzione.

Una delle principali criticità riguarda ancora una volta i costi delle forniture. Più del 60% delle imprese ha dovuto far fronte a un aumento dei prezzi delle materie prime, spesso combinato con l’aumento delle tariffe energetiche. Questo ha avuto conseguenze concrete: il 54,5% delle aziende ha visto ridursi i margini, mentre una parte significativa ha riorganizzato i processi produttivi o rinviato investimenti già pianificati.

In questo contesto, le imprese lecchesi e sondriesi stanno reagendo con realismo e prontezza, attuando strategie di diversificazione dei mercati e cercando nuove alleanze, anche attraverso il potenziamento del canale digitale.

A commentare la situazione è Marco Campanari, Presidente di Confindustria Lecco e Sondrio: «Ancora una volta, le valutazioni dei colleghi imprenditori delineano un quadro eterogeneo ma nel complesso stabile, senza segnali allarmanti né particolare enfasi sulla decelerazione degli indicatori economici. Permangono alcune criticità, a partire dalle difficoltà legate agli approvvigionamenti e all’elevato costo dell’energia, che continuano a gravare sui bilanci aziendali. A queste si aggiungono le conseguenze dell’annuncio e dell’attuazione delle nuove misure protezionistiche. Il tessuto manifatturiero di Lecco e Sondrio, però, si dimostra reattivo e già al lavoro per mettere in campo strategie adeguate ad affrontare questa nuova sfida».

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