Melavì: sbloccati gli stipendi di marzo, ma la tensione resta alta

Il Tribunale di Sondrio autorizza il parziale svincolo delle linee di credito per Melavì, consentendo il pagamento degli stipendi di marzo ai 71 lavoratori. Ma la tensione resta alta: senza certezze sulle retribuzioni di aprile, lo sciopero dal 16 maggio non è escluso. In attesa dell’assemblea dei soci prevista per il 21 maggio.

Sondrio

«Apprendiamo in questi minuti dall’azienda (a metà pomeriggio di ieri, ndr) che ad esito della riserva assunta all’udienza del 7 maggio scorso, il Tribunale di Sondrio ha autorizzato un parziale svincolo delle linee di credito in precedenza revocate. Per cui, l’azienda stessa comunica che le sarà possibile procedere al pagamento delle retribuzioni del mese di marzo, nel più breve tempo possibile».

A scriverlo in una nota stampa, i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Valter Rossi, della Flai Cgil, Ilaria Urbani, della Fai Cisl, e Donatella Canclini, della Uila Uil, che dal marzo scorso sono in fibrillazione per le sorti dei lavoratori dipendenti di Melavì, storica cooperativa ortofrutticola di Ponte in Valtellina che sta attraversando una fase critica, di crisi profonda.

I lavoratori, 71 in tutto fra tempi indeterminati e determinati, devono ancora ricevere lo stipendio di marzo e, il 15 maggio, scadrà il termine per la corresponsione di quello di aprile, per cui, ieri mattina, si sono riuniti in assemblea nella sede Melavì di Tovo Sant’Agata per fare il punto della situazione.

Che è tesissima in queste ore in cui a prevalere è una grande incertezza sul futuro e sulla gestione contingente della crisi. L’azienda ha infatti annunciato la cessazione dell’attività ed è scattata dal 1° maggio la cassa integrazione straordinaria per i tempi indeterminati, 18 in tutto, ma le ripercussioni non sono solo sui lavoratori dipendenti, ma su tutto il comparto. Ci sono i soci conferitori che non sanno cosa accadrà di qui a settembre, tempo della raccolta, ci sono i proprietari dei terreni affittati a Melavì che non sanno cosa ne sarà dei loro contratti, e ci sono tutte le pendenze burocratico-giudiziarie da affrontare.

«Abbiamo appreso con favore la notizia dello sblocco degli stipendi di marzo - dicono le parti sindacali -, ma al contempo auspichiamo che nei prossimi giorni si possano avere maggiori certezze sui tempi di pagamento delle spettanze di aprile, in scadenza alla metà di questo mese. L’attenzione, quindi, resta massima dentro un contesto in costante evoluzione. Di giorno in giorno, di ora in ora, attendiamo novità positive per i lavoratori che sono allo stremo. Tant’è che, nell’assemblea convocata questa mattina (ieri, ndr) era stato deciso di indire lo sciopero ad oltranza a partire dal 16 maggio nel caso in cui, entro quella data, non venisse pagato almeno lo stipendio di marzo. Ora lo sblocco c’è stato e va bene, però, non possiamo cedere di un millimetro su aprile e tutto il resto».

Una trentina i lavoratori che hanno partecipato all’assemblea di Tovo Sant’Agata e, ancora una volta, le parti sindacali, sottolineano il «dispiacere nel vedere un’importante realtà territoriale economica e di impatto sociale - dicono - chiudere la propria esperienza cooperativistica in questo modo, lasciando a molti l’amaro in bocca. Non avere più un marchio identificativo su cui far confluire l’importante produzione di mele della Valtellina non solo crea un danno sociale ed economico ai lavoratori e alle lavoratrici, che si troveranno senza un’occupazione alla cessazione di questa attività, ma anche all’immagine del territorio stesso».

Ricordiamo che Melavì stessa ha indetto l’assemblea dei soci per il 21 maggio prossimo, a Tovo Sant’Agata, e in quell’occasione probabile giungeranno le risposte tanto attesa dai coltivatori associati e dai proprietari terrieri.

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