Meteo favorevole, è partita alla grande
la stagione dei rifugi del Sondriese

«Con il bel tempo e il caldo che hanno caratterizzato l’avvio della stagione a giugno stiamo lavorando molto meglio dello scorso anno» conferma Emanuele Bergomi che si occupa del Rifugio Zoia in Valmalenco, 2021 metri di altitudine, appena sopra Campo Moro e che è anche il presidente della categoria che opera all’interno dell’Unione Commercio e turismo di Sondrio

Sondrio

Afa nel fondovalle, temperature che in pianura arrivano a 40 gradi e zero termico che oscilla tra i 4.000 e i 4.400 metri: non è difficile capire perché la ricerca di fresco sale in quota. È iniziata bene la stagione nei rifugi della provincia di Sondrio in un’annata diametralmente opposta rispetto a quella dello scorso anno quando il meteo di giugno caratterizzato da temperature miti, se non basse, e da frequenti precipitazioni, in generale da grande incertezza, aveva avuto pesanti ripercussioni sulla vita oltre i duemila metri di quota dove la persistente presenza del manto nevoso aveva bloccato molte delle vie d’accesso da Nord rallentando o addirittura annullando l’arrivo degli alpinisti svizzeri, in genere i primi a farsi vedere.

Non così quest’anno: il meteo e i cieli azzurri insieme al calendario mostrano chiaramente che la stagione estiva è iniziata. E se pure per questo week end è prevista una breve interruzione di afa e soleggiamento con precipitazioni che inevitabilmente rallenteranno le uscite in montagna, già dalla prossima settimana torneranno cieli limpidi, sole e ancora caldo.

«Con il bel tempo e il caldo che hanno caratterizzato l’avvio della stagione a giugno stiamo lavorando molto meglio dello scorso anno - conferma Emanuele Bergomi che si occupa del Rifugio Zoia in Valmalenco, 2021 metri di altitudine, appena sopra Campo Moro e che è anche il presidente della categoria che opera all’interno dell’Unione Commercio e turismo di Sondrio -. Un turismo composto per lo più da italiani finora, ma gli stranieri stanno iniziando ad arrivare. Le presenze sono particolarmente numerose nei weekend, mentre da qui in avanti ci aspettiamo che aumentino arrivi e presenze anche durante la settimana. Chiaramente sempre se il meteo terrà».

Dal 15 giugno apertura tutti i giorni anche per il rifugio Gerli Porro, ai 1965 metri dell’Alpe Ventina sopra Chiareggio, dove l’attività è stata intensa con anche la presenza dell’Università dell’Insubria per lavorare e studiare le montagne e numerosi i gruppi alpinistici ed escursionistici.

Tutt’altra partenza rispetto al 2024 anche al rifugio Marinelli-Bombardieri, uno dei più conosciuti e “blasonati” della Valmalenco realizzato nel 1880 ai 2.813 metri del gruppo del Bernina. Se l’anno scorso a giugno c’era ancora più di un metro di neve con accumuli in certi punti superiori ai 5 metri e temperature intorno allo zero, quest’anno il termometro difficilmente scende sotto i dieci gradi. «La stagione è partita decisamente meglio dello scorso anno perché le condizioni sono migliori – dice Eugenio Pedrotti, gestore della struttura -. Con la neve l’anno scorso la gente si muoveva meno, mentre il caldo di questi giorni ha spinto molte persone a salire in quota».

D’altra parte nei rifugi il meteo fa tutto o quasi. «Nei giorni roventi in pianura anche qui di notte abbiamo avuto temperature intorno ai 10, 12 gradi» aggiunge Pedrotti che insieme alla figlia Diana, vicepresidente di Bergomi nel consiglio dei rifugisti, gestisce anche il rifugio Longoni, 2.450 metri di altitudine, con affaccio sulla Valmalenco e il Monte Disgrazia a fare da panorama. «Lo scorso fine settimana proprio alla Longoni abbiamo avuto la festa del Cai di Seregno - ricorda Pedrotti- e l’affluenza è stata davvero buona».

Nei giorni scorsi la Marinelli ha avuto anche una visita speciale: Andrea Lanfri, il primo uomo pluriamputato (a causa di una meningite a 19 anni) nella storia a conquistarne la vetta dell’Everest, toccando il cielo con tre dita. «Per noi è stato un vero onore ospitare questo grande personaggio che correrà anche la Vut» conclude Pedrotti.

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