«Noi non molliamo

Siamo pronti a tutto»

Molteno, fuori dai cancelli della König il clima è teso. A rischio 106 posti di lavoro. C’è tanta rabbia: «Un colpo a freddo, non ce l’aspettavamo». Stamattina l’incontro in Regione

La sorpresa, lo sconforto e ora la rabbia. Se c’è un mantra che ripetono tutti è: «Non molliamo, siamo pronti a tutto pur di salvare i posti di lavoro».
E’ di qualche giorno fa la notizia che l’azienda König di Molteno sta per trasferire la produzione in Carinzia (Austria) e Repubblica Ceca. Un cambiamento che porterà allo smantellamento della storica fabbrica lecchese che produce catene da neve dal 1966. Questa rivoluzione metterà a rischio 103 posti di lavoro su 130.
Ieri verso mezzogiorno i delegati sindacali insieme ad alcuni operai stazionavano all’entrata dell’azienda. «Il clima all’interno della fabbrica è brutto – spiega Maurizio Polli delegato sindacale -, questa notizia è stata un fulmine a ciel sereno. Sei mesi fa è arrivata la nuova proprietà austriaca che ci aveva promesso un rilancio e lo si vedeva anche dall’atteggiamento che avevano nei confronti dell’azienda, poi improvvisamente la novità della chiusura. Ma non molleremo facilmente».
Una storia quella di König nata nel 1966, poi il passaggio nel 2004 agli svedesi Thule e nel 2015 l’acquisto da parte del gruppo austriaco Schneeketten AG che ha ridato il nome König all’azienda. «Ci avevano detto che quest’anno avrebbero festeggiato i 50 anni dell’azienda, invece ci fanno la festa a noi– dice Enrico Azzaro della Uilm – siamo molto preoccupati per queste persone. Inoltre, molte coppie che lavorano qui, moglie e marito, vedono a forte rischio il loro futuro». «La maggior parte dei dipendenti ha più di 40 anni e non sarà facile per loro trovare una ricollocazione – prosegue Giovanni Gianola dalla Fim Cisl -la König è una buona azienda con un volume di affari di 30 milioni di euro l’anno, non è messa così male da essere smantellata. Secondo quello che dicono, qui a Molteno vogliono mantenere solo un ufficio logistico e un magazzino mettendo così a rischio un centinaio di posti di lavoro».
Stamattina al tavolo di Regione Lombardia il primo incontro con il mondo politico per cercare di trovare una soluzione.

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