
«Poche disdette ma brutta immagine»
Roberto Galli, presidente di Federalberghi Sondrio, traccia un bilancio della chiusura della Super. «Per i turisti è stato un deterrente: con quelle code ci penseranno due volte prima di tornare in Valtellina».
Non ci sono state conseguenze molto rilevanti a livello di presenze negli alberghi, ma la chiusura della Superstrada secondo gli operatori del settore «è una brutta immagine della Valtellina». È stato riaperto alcuni giorni fa il tratto di strada statale 36 da Lecco a Bellano, in entrambe le direzioni, e i paesi del lago sono tornati a respirare dopo la chiusura per la frana. Dalla tarda serata di lunedì è stato istituito il doppio senso di percorrenza sulla carreggiata Sud con ingresso, per chi viaggia da Lecco, all’altezza dell’area di servizio di Mandello e rientro sulla carreggiata nord dalla galleria Rogoredo, a poca distanza dallo svincolo per Bellano. Ma i segni di quanto accaduto sono ancora evidenti e soprattutto non si può stare tranquilli per il futuro. Basta pensare a quello accaduto venerdì scorso, con un nuovo incidente che ha visto protagonista una famiglia valtellinese.
Secondo Roberto Galli, presidente di Federalberghi Sondrio, la categoria degli albergatori attiva all’interno dell’Unione Cts, non sono venute meno molte presenze. «Sicuramente la situazione della strada ha rappresentato un deterrente per i turisti – premette Galli -. Ma non ci sarebbe comunque stato il pienone, perché la maggior parte dei clienti è arrivata con il ponte della settimana prima, da Pasqua al 28. Questo a livello di prenotazioni, forse a livello di passaggio potrebbe esserci stato un danno un po’ più importante». Questa vicenda ha fatto riaprire il dibattito sulle alternative. Gli autotrasportatori di merci e persone ritengono prioritaria la riqualificazione della 36 e considerano preziosa – nel caso del Comitato guidato da Paolo Oberti – l’ipotesi del traforo del Mortirolo.
«Noi come operatori di Livigno da anni puntiamo verso il Nord Europa, d’inverno siamo molto più sensibili alla viabilità che conduce verso Svizzera e Germania e quindi alle condizioni del tunnel del Gallo. In prospettiva futura siamo molto più interessati al traforo dello Stelvio. D’estate invece prevale la clientela italiana, di conseguenza la statale 36 è molto importante». Ecco perché anche per gli albergatori, anche in Alta Valtellina, la manutenzione e la prevenzione delle chiusure sulla superstrada è fondamentale.
«Non sarà facile trovare un’alternativa in tempi brevi - prosegue Galli -. Al momento non è stato progettato niente». Ma ora più che sui trafori si punta sulla manutenzione. «Speriamo almeno che facciano delle manutenzioni preventive, in modo da evitare distacchi come quelli osservati nei giorni scorsi e conseguenze pesanti. Su una statale così importante non si è pensato di mettere in sicurezza una parete di roccia come quella della frana con una protezione adeguata e ci siamo trovati in questa situazione. A me sembra veramente un po’ assurdo». Non sarà facile dimenticare le code.
«Con una viabilità di questo tipo chi è rientrato a casa e si è imbattuto nella colonna probabilmente l’anno prossimo ci penserà due volte prima di scegliere la Valtellina, con il rischio di trovarsi in mezzo a una situazione di questo tipo. Sicuramente non è una bella immagine per la Valtellina, dall’Alta Valle a Madesimo».
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