Ponti e cavalcavia, situazione allarmante Confindustria presenta il dossier
Vertice ieri con i politici sulle infrastrutture gravate da vincoli o compromesse. «Le aziende di due provincie pagano le ripercussioni»
Sui problemi legati alle infrastrutture del territorio scende in campo Confindustria Lecco e Sondrio e lo fa in modo estremamente incisivo: dopo aver messo a punto un dossier che fotografa la situazione attuale e le priorità per l’immediato futuro, ha incontrato ieri la parte politica e amministrativa delle due Province, presentando il documento e ottenendo l’attivazione di un tavolo permanente che servirà per avere il polso costante della situazione e confrontarsi con le istituzioni.
A spingere l’associazione di categoria a muoversi concretamente, dopo aver denunciato per anni le carenze del territorio di Lecco e Sondrio, è stata la situazione venutasi a creare dopo il crollo del cavalcavia di Annone, che ha portato in rapida sequenza alla chiusura di quello di Isella e alla limitazione (a 44 tonnellate) del carico autorizzato a percorrere gli altri 5 che scavalcano la statale 36.
Un problema che investe pesantemente anche le imprese valtellinesi, a loro volta costrette a fare i conti con altre limitazioni, come quella in vigore sul ponte di San Pietro, via di accesso all’area industriale ddi Gordona.
Tutte queste situazioni, che hanno riflessi pesanti sulla competitività delle aziende dei due territori, sono state racchiuse nell’accurato documento presentato ieri ai presidenti delle due Province, Luca Della Bitta per Sondrio e Flavio Polano per Lecco, ai parlamentari Paolo Arrigoni, Mauro Del Barba, Jonny Crosio, Gian Mario Fragomeli e Veronica Tentori, al sottosegretario regionale Ugo Parolo e al consigliere provinciale lecchese delegato Mauro Galbusera.
«Ho apprezzato il clima di ascolto con cui i politici hanno affrontato la questione - ha affermato Lorenzo Riva, presidente designato di Confindustria Lecco e Sondrio -. Nel nostro dossier non ci sono voli pindarici: abbiamo messo in fila le necessità che le imprese hanno in funzione di situazioni infrastrutturali attuali e progettate, evidenziando quelle che per noi sono le priorità».
I vincoli legati ai cavalcavia, in questo senso, la fanno da padroni: con l’indisponibilità di Annone e Isella e i limiti di peso apposti agli altri 5 a titolo precauzionale, si è aperta una falla importante. «Noi non produciamo seta, ma manufatti anche di grosse dimensioni - ha aggiunto -. Quindi questo ci penalizza molto. Inoltre la Lecco–Bergamo è ancora ferma, ma una volta completata ci porterà solo fino a Calolzio, per cui serve iniziare a ragionare sul terzo lotto, per avvicinarci all’aeroporto di Orio. Insomma, abbiamo diritto ad arterie che ci permettano di muoverci».
A rincarare la dose è intervenuta Annalisa Rainoldi, presidente della Consulta di territorio di Sondrio. «Chiediamo di essere aiutati a superare problemi annosi, ribadendo quelle che sono le esigenze anche delle imprese sondriesi, tra carenze manutentive e collegamenti da realizzare, come quello del Mortirolo, che sarebbe di importanza rivoluzionaria. Un traforo che consentirebbe di avere una via di fuga anche nel caso in cui la statale 36, come è già capitato in passato, dovesse essere chiusa a lungo».
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