
Editoriali / Lecco città
Martedì 12 Novembre 2013
Lecco, il fumo elettronico
Dal boom alla crisi
Prima sono spuntati tanti negozi, una decina in città. Ma almeno la metà è stata costretta a chiudere
Colpa della legislazione: da lassista a limitativa
Sono spuntati come funghi in città i nuovi negozi che vendono sigarette elettroniche. E come i funghi, finita la stagione della massima diffusione, sono scomparsi.
Non per colpa loro, però, ma per la schizofrenia statale che ha imposto, via via che il “boom” cresceva, una miriade di piccole e grandi limitazioni. Senza parlare della minacciata super accisa del 58,5 per cento, che non si sa se sarà applicata, quando, come e a chi.
Insomma: il “tabacco elettronico”, prima è stato spinto dal legislatore, nel senso che era poco o per nulla normato. Poi è stato messo sotto la lente d’ingrandimento e “bastonato”.
Risultato? Della decina di negozi aperti a Lecco in pochi mesi, sembra ne siano rimasti solamente la metà: sicuramente sono ancora attivi lo Smokie’s di viale Dante 24, il negozio “Tabacco Digitale” di corso Martiri, lo Zio Smoke di via Mascari, l’Ovale Shop di via Roma e lo “Smoke” nella galleria di via Roma.
Se non si sono trasferiti altrove - non abbiamo potuto verificare - hanno cessato ogni attività il “Trendy Smoke” di via Nava, “Svaporandia” di corso Matteotti, “Puff”di via Leonardo Da Vinci (sembra abbia tenuto aperto un solo mese), Svapo di via Papa Giovannni XXIII (questo si è riconvertito in negozio per capsule da caffè) e tanti altri.
Francesco Corti di Tabacco Digitale, con negozio in corso Martiri è confuso: «Non si riesce più a capire nulla - afferma senza tentennamenti – Un giorno fanno e un altro disfano. Comunque per noi l’abolizione del divieto di fumare la e-cig in locali pubblici va bene perché sappiamo che non è cancerogena. La nicotina crea dipendenza, ma per il resto quel che c’è dentro il liquido lo trovi in tutti gli aromi alimentari comuni». Sulla legislazione, però, Corti è attonito: «Non sappiamo più cosa dire. Se non altro possiamo far provare gli aromi nel negozio: da giugno non si poteva più. Poi il 1° gennaio 2014 arriverà l’accisa sul 58,5 per cento che non si sa se sarà su tutto o solo sui liquidi contenenti nicotina. Fino a fine 2013 rimarremo con il fiato sorpreso. E poi non so chi pagherà questa accisa: noi, o i distributori?». Alla Domanto, società titolare dell’Ovale shop di via Roma, non hanno dubbi: «Effettivamente è stato cancellato l’emendamento che prevedeva il divieto assoluto di fumare nei locali pubblici e così si potrà fumare ancora la sigaretta elettronica in bar, ristoranti e luoghi pubblici. Rimane il divieto nelle scuole. Sparisce anche il divieto di pubblicità. E, da indiscrezioni, non dovrebbe più esserci neanche la super tassa.
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