
Editoriali / Lecco città
Martedì 05 Novembre 2013
Lecco, il toccante addio
all’amico Angelo Sala
Affollatissimi la chiesa di Acquate e il sagrato. Monsignor Luigi Stucchi: «Non so quanti libri e articoli abbia scritto, ma so che il suo cuore cercava bellezza e verità». Massiccia presenza degli alpini che hanno voluto onorarlo

Un’affollatissima chiesa di Acquate ha dato l’ultimo saluto al nostro amico e collega Angelo Sala.
Persino il sagrato ha faticato ad accogliere le tantissime persone che hanno voluto essere presenti alla cerimonia funebre. Una testimonianza esplicita di quanto Angelo fosse amato.
La santa messa è stata celebrata da monsignor Luigi Stucchi, responsabile della formazione permanente del clero ambrosiano, e grande amico di Angelo, con cui ha condiviso l’esperienza giornalistica al settimanale Il Resegone.
La vicinanza del cardinal Scola
Monsignor Stucchi ha subito voluto portare le parole di vicinanza dell’arcivescovo di Milano, cardinal Angelo Scola, «che in tutti questi mesi difficili – ha detto monsignor Stucchi – è stato vicino ad Angelo e alla sua famiglia». La messa è stata concelebrata dal parroco di Acquate, don Carlo Gerosa, e dal prevosto di Lecco, monsignor Franco Cecchin. La celebrazione è stata accompagnata dai canti del Coro di Comunione e Liberazione e si è svolta su un altare completamente attorniato dai vessilli e dai gagliardetti degli Alpini di Lecco. Un omaggio sincero e concreto per un giornalista come Angelo, che aveva dedicato al corpo degli Alpini articoli toccanti e ricchi di partecipazione. E questo della passione per il suo lavoro, è stato uno degli elementi sottolineati da monsignor Stucchi nella sua omelia. «Non so quanti articoli e quanti libri abbia scritto Angelo, so per certo che la sua parola e il suo cuore erano alla ricerca della bellezza e della verità. Questo, nella coscienza di un passato da non dimenticare, di un futuro da costruire e di un presente ricco di responsabilità». Monsignor Stucchi si è poi soffermato sulla grande fede che ha sempre sostenuto Angelo e lo ha reso forte anche negli ultimi, difficili mesi. «Il sì di Angelo è stato tutto per il Signore, che lui ha saputo vivere come l’espressione di un noi che erano la sua famiglia e la comunità nella società. Angelo ha scritto tre volumi fondamentali intitolati “Pietre di fede”, sulle chiese della nostra città, ebbene anche lui è stato una pietra viva, più forte delle prove della vita.
Le parole di monsignor Luigi Negri
Quella vita che Angelo sapeva bene essere un dono di Dio anche quando le forze vengono meno e le cose non sembrano andare per il verso giusto. Angelo è stato un operaio infaticabile, che ci ha dimostrato che la speranza è sempre possibile». La cerimonia funebre si è conclusa con la lettura della “Preghiera dell’Alpino” e con le parole inviate da monsignor Luigi Negri. L’arcivescovo di Ferrara-Comacchio e abate di Pomposa, ha ricordato l’amicizia intensa e vibrante che l’ha unito ad Angelo. «Anche per questo – ha scritto – la lacerazione del cuore è oggi enorme. C’è però la certezza che questo di Angelo non è un addio e noi siamo sicuri che egli abbia raggiunto la beatitudine».
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