Portiamo a Roma
Villa Manzoni

Villa Manzoni è il principale retaggio storico e culturale che la nostra città può vantare, un monumento di alto valore architettonico ma soprattutto la testimonianza di quel legame profondo che unisce Lecco al Grande Lombardo, il luogo della sua infanzia e della sua prima giovinezza, il perno di quello scenario incomparabile che egli aveva sotto agli occhi ogni giorno e che poi sublimerà in pagine di altissima poesia, elevando questo mirabile angolo di terra lombarda nel novero dei più celebrati luoghi letterari d’ogni tempo.

Questo patrimonio prezioso d’arte e di storia da troppo tempo ormai versa in condizioni allarmanti, indegne di una città che da sempre si dice orgogliosa del rapporto strettissimo che intercorre fra sé e il Manzoni ma che ha purtroppo dilapidato negli ultimi decenni gran parte di ciò che costituiva il tessuto dei luoghi legati al romanzo, a partire dalla demolizione del palazzotto di don Rodrigo, nel lontano 1937, fino all’alienazione della vasta agricola del Caleotto, sacrificata per la costruzione dell’Istituto Parini nel 1971. Rimangono ancora alcuni fondamentali elementi paesaggistici e monumentali che rimandano al romanzo, come il ponte sull’Adda, il convento di Fra Cristoforo a Pescarenico, recuperato recentemente con meritoria sensibilità, e soprattutto l’incanto di piazza Era che nella sua dimessa e umile architettura conserva un respiro che possiamo definire davvero manzoniano, con la sua riva erbosa che lambisce il fiume e lo sfondo mirabile del Resegone.

Ora il Comune di Lecco, ha lanciato una iniziativa che fa appello a tutti i lecchesi affinché raccolgano il suo invito a mobilitarsi in favore della villa del Caleotto, cogliendo l’occasione offerta dal governo italiano che ha sollecitato tutti i cittadini dei vari territori a segnalare quei beni storici e artistici bisognosi di restauro, al fine di scongiurarne la decadenza. L’importo messo a disposizione non è altissimo, si tratta di circa 150 milioni di euro per tutto il territorio nazionale.

Occorre inviare all’indirizzo mail indicato una cartolina debitamente firmata per sollecitare l’erogazione di un contributo finalizzato al recupero di villa Manzoni; si tratta di un’occasione da non perdere e da far conoscere al maggior numero possibile di persone interessate a questa operazione di alto valore civile e culturale

. Delle tre residenze manzoniane, oltre a quella lecchese, la villa di Brusuglio e la casa di via Morone a Milano, il Caleotto è l’unica a non essere stata ancora sottoposta a un radicale restauro. La villa di Brusuglio, presso Cormano, tuttora privata, è conservata con grande cura dagli attuali proprietari mentre la casa di Milano è stata recentemente riportata alla bellezza originaria grazie a un accurato restauro che ne ha rimesso in luce l’eleganza dei decori, a partire dalle splendide cornici in cotto lombardo delle finestre e dagli affreschi delle sale.

Il Caleotto, che possiamo definire il centro dell’invenzione manzoniana, la casa dalla quale si staccò con dolore nel 1818 per non più farvi ritorno, il luogo così intimamente legato alla sua ispirazione poetica, è forse il più autenticamente “manzoniano”, senza nulla togliere al fascino di Brusuglio dove don Alessandro scrisse gran parte del romanzo, o alla casa di Milano in cui abitò per ben settant’anni.

Facciamo voti affinché questa opportunità che si presenta alla nostra attenzione possa essere colta dai lecchesi e dai lettori del nostro giornale. Intervenire strutturalmente sulla villa del Caleotto è diventato urgente e indispensabile per garantirne la sopravvivenza e la valorizzazione. Non è accettabile che l’unico vero luogo manzoniano della nostra città, ossia la villa in cui lo scrittore visse e concepì le sue prime prove letterarie, corra il rischio di deperire in modo irreversibile, sarebbe un’onta che ricadrebbe su tutti i cittadini lecchesi. Alleiamoci dunque in questa iniziativa di alto valore culturale e civile inviando il maggior numero di cartoline al Ministero, perché, come dice il proverbio, l’unione fa la forza.

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