Se il ramo del lago dimentica la montagna

Mi sono fatto convinto che il binomio lago - montagna vacilli e rischi di dissolversi in una dimensione iconografica, in un luogo comune, in un ritornello sanremese, stile Claudio Villa.

Urlato, come la voce del reuccio, ma ormai anacronistico e soprattutto incapace di andare oltre due note a cappella.

Non vedo insomma fiorire progetti in grado di coniugare queste benedizioni della natura, formidabile nell’accostare acqua dolce e neve delle cime a un tiro di schioppo di distanza.

Volendo esplorare più da vicino lo stato dell’arte di quel prisma sfaccettato che è l’universo montanaro, consacrato al mondo dal mito di Riccardo Cassin, ho attinto a una fonte autorevole, che poi si è rivelata un fiume in piena : il mio amico interlocutore è un manager di spicco ed è stato un alpinista di caratura internazionale con tanto di nomignolo, Briciola, come è prassi per chi ha graduato la giovinezza tra corde e chiodi. A margine, e in questa sede irrilevante, è anche Presidente di Confcommercio, all’anagrafe Antonio Peccati.

Ne è scaturito un quadro di sicuro interesse che prende avvio dalla considerazione che la cultura della montagna stia rischiando l’oblio, sia perché le nuove generazioni sono calamitate da altre frontiere, legate all’ambiente, all’agricoltura, all’allevamento, sia perché i testimoni di questo patrimonio vanno spegnendosi, vittime di un orologio inesorabile.

Procedo a volo d’uccello anche in ragione delle finalità di questo mio pezzo che vuol suonare la sveglia e non certo sfruculiare in una realtà nota per gelosie, invidie, rivalità, come si evince dal carosello di sigle. Mi chiedo come mai a Lecco non ci sia ancora una palestra di roccia degna di questo nome. E di seguito: esplodono ovunque competizioni di arrampicata riprese da canali televisivi internazionali e allora perché non attrezzare una parete in riva al lago per una gara che permetterebbe di mettere insieme lago e salita? Se non fosse possibile allestire il palcoscenico sul lungolario Cadorna o in zona Caviate, già avvelenati dal problema parcheggi, prenderei a prestito il litorale di Malgrate e sono certo che ne uscirebbero immagini da film.

Perdonatemi la voluta assenza di filo logico, ma mi viene in mente la prestigiosa Università della montagna di Edolo e l’opportunità di un ramo lecchese, come è avvenuto, in grande, con il Politecnico . E ancora se il Film Fest di Lecco, grazie all’alleanza tra il ‘romano’ don Davide Milani e Confindustria Lecco e Sondrio ogni anno recluta protagonisti d’eccellenza, perché come capita ormai anche nelle metropoli e persino a Rimini non si organizzano incontri con star dell’alpinismo che portano in dote storie memorabili e documentari mozzafiato? Per intenderci quelle serate delle quali era maestro insuperabile Walter Bonatti, fuoriclasse delle vette, esploratore e affabulatore.

Si badi bene, io commento dal divano ma non è necessario essere un cavallo per parlare d’ippica. Con questo spirito leggo dei successi clamorosi di partecipanti alle gare di mountain bike, a Livigno, ad Arco di Trento e persino a Finale ligure, antesignana già negli anni ottanta di una felice sintesi tra mare e montagna con giovani che passavano dagli scarponi alle pinne.

In sintesi nessuno è sotto accusa, ma ancora una volta credo che tocchi alle istituzioni favorire e non ostacolare le spinte dei privati, degli appassionati e dei professionisti. Non facciamo i modesti : abbiamo tutte le carte in regola per competere, a cominciare, dalla catena dei rifugi, che però sono anelli disgiunti l’uno dall’altro, all’ imprenditoria che nel nostro territorio vede brillare eccellenze che assicurano sviluppo, posti di lavoro e prodotti prestigiosi.

A qualche mese dalle elezioni comunali mi permetto di suggerire ai partiti e alle coalizioni di prevedere nei loro programmi la questione della montagna, e ovviamente del lago, nel rispetto di attori e operatori che da sempre dedicano energie e risorse per coprire storiche lacune.

La parola d’ordine allora è “sveglia ragazzi”.

Se il sindaco ( concetto sovraesteso ) non va alla montagna, la montagna certo non va dal sindaco.

Maometto non abita qui.

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