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Venerdì 22 Febbraio 2013
L'addio al'ultimo reduce di Russia
Albosaggia saluta Abbondio Genini
Era l'ultimo reduce della campagna di Russia residente ad Albosaggia. Abbondio Genini, classe 1920, alpino che era stato decorato con la Croce di Guerra, è morto nella giornata di mercoledì. I suoi funerali saranno celebrati oggi, alle 14,30, nella chiesa parrocchiale di Albosaggia
Albosaggia - Era l'ultimo reduce della campagna di Russia residente ad Albosaggia. Abbondio Genini, classe 1920, alpino che era stato decorato con la Croce di Guerra, è morto nella giornata di mercoledì.
I suoi funerali saranno celebrati oggi, alle 14,30, nella chiesa parrocchiale di Albosaggia
Sempre presente fino all'ultimo alle cerimonie e alle ricorrenze alpine, Abbondio Genini costituiva una testimonianza vivente di attaccamento ai valori civili e umani del Comune orobico.
È stato il capogruppo degli Alpini di Albosaggia, Dario Bormolini a diffondere la triste notizia tra i Gruppi della Valle E in occasione dei funerali sono attese in Albosaggia molte rappresentanze a rendere gli onori a questo ultimo testimone di una tragedia che ha lasciato segni indelebili in tante famiglie valtellinesi.
Furono infatti ben 1.252 i caduti e dispersi valtellinesi in quei tragici mesi a cavallo tra il 1942 e il 1943 che restarono in terra di Russia.
L'amico Renato Scenini, con quale aveva condiviso fianco a fianco tutti i tragici episodi che avevano allora coinvolto il battaglione Tirano (fino alla tragica giornata del 26 gennaio con le epiche battaglie di Arnautowo nella mattinata - dove il Battaglione si battè sino allo stremo delle forze - e conclusa nel pomeriggio a Nikolajewka insieme ad altri Reparti dove avvenne lo sfondamento) ricorda commosso la fratellanza che, sin da allora, li ha sempre tenuti uniti.
Ancora insieme, oltretutto, nel settembre del 43, accerchiati dai tedeschi a Rio di Pusteria, ove si stavano ricostituendo le schiere del Battaglione, affrontarono l'avventurosa fuga che, a piedi, doveva ricondurli, dopo quattordici giorni di marce forzate, a rivedere la Valtellina.
Ogni anno si ripetono in tutta la Valle le cerimonie a ricordo di quei tragici avvenimenti: da Morbegno a Colda, da Teglio a Bormio. Ma anche a Gordona e in tanti altri comuni.
Cerimonie sentite, con le quali si vogliono ricordare le tante, troppe, Penne nere ed i soldati di ogni arma e nazione che sono caduti sui campi di battaglia in terra di Russia e durante le tragiche giornate della ritirata. Uomini - è stato sottolineato - mandati a morire dalla sete di potere di poche persone, uomini colpevoli solamente di credere di credere nella bandiera e nella Patria per la quale combattevano.
Molto partecipatata, ad esempio, era stata la celebrazione di Madesimo lo scorso 9 febbraio, quando, in una giornata dalle temperature molto rigide, quattro sezioni di Penne nere - la Valtellinese e quelle di Como, Lecco e Colico - avevano rievocato la tragedia di Nikolajewka.
Alle celebrazioni avevano partecipato anche le delegazioni consolari dell'Ucraina e della Germania, a testimonianza della volontà di condividere il ricordo della tragedia che era stata vissuta settant'anni fa, senza le divisioni che avevano caratterizzato il passato.
Abbondio Genini sembra abbia "voluto" attendere che anche quest'anno tutte le cerimonie fossero concluse per "andare avanti" in un giorno qualunque di quei tragici giorni che l'avevano visto ancora camminare e camminare per altri giorni a fine febbraio fino al 3 di marzo dopo Nikolajewka con un po' più di speranza in più di tornare "a baita".
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