
Editoriali / Lecco città
Venerdì 21 Febbraio 2014
Anche i giovani lecchesi
alla gogna sul web
Dopo i casi di suicidio di due ragazzine, uno sguardo ad Ask: il social network che piace agli adolescenti. «Hai visto quanto è obesa?». Domande imbarazzanti e offese pesanti per fragili personalità in crescita

«Hai visto quanto è obesa» e giù con commenti pesanti sul fisico della giovane e altri con chiari riferimenti sessuali che nulla lasciano all’immaginazione.
Questa ad essere presa di mira su Ask.fm è una studentessa del Lecchese. Basta entrare nel social network e iniziare la ricerca con alcuni semplici riferimenti come il nome di una scuola o di una località, per trovarsi di fronte a commenti molto spinti, frasi offensive e c’è pure chi incita a tagliarsi per provare nuove emozioni. Ci sono profili assurdi, con gruppi che da Facebook sono traslocati qui per evitare di essere scoperti.
E’ allarme. Il distorto utilizzo di Ask nelle scorse settimane avrebbe portato al suicidio di un’adolescente di Padova e ancora prima, nell’agosto dello scorso anno, di Hannah Smith, quattordicenne del Leicestershire
Domande sciocche, il più delle volte a sfondo sessuale. Risposte altrettanto sciocche e volgari. Su Ask.fm c’è ben poco ritegno, il social network più amato dagli adolescenti permette di agire nel completo anonimato e di far cadere i veli. E i veli cadono realmente con immagini spinte e video girati in casa o a scuola. Una nuova forma di cyberbullismo. Subdola in quanto anonima, ma che permette di fare nome e cognome del ragazzo preso di mira.
«Giovani annoiati che non sanno cosa fare e scambiano la vita virtuale per quella reale. Ragazzini che girano video spinti e poi li pubblicano sui social network alla ricerca di “like” ovvero apprezzamenti. Negli ultimi tempi sono emersi casi di cyberbullismo a vari livelli, e il nostro territorio, le nostre scuole non ne sono immuni. Alcuni video vengono girati col telefonino in corridoio o magari nei bagni», racconta Guido Milani di “Ragazzi e cinema” associazione che ha fatto della lotta al bullismo il suo cavallo di battaglia.
«Ask è molto pericoloso proprio perché completamente anonimo e perché frequentato da ragazzini di terza media o dei primi anni delle superiori - prosegue Milani - chiunque può insultare chi vuole con commenti anche pesanti: non c’è filtro».
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