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Giovedì 20 Marzo 2008
Appello ai candidati lecchesi:
diteci i vostri impegni
Messaggio ai politici del territorio in vista delle Politiche di aprile
Cara Provincia,
tra 20 giorni, si andrà a votare. Scegliere per chi votare sulla base di quello che i partiti dicono è il massimo dell’imbarazzo perché tutti affermano cose condivisibili; ma forse così è un po’ sempre stato; la scelta allora dovrebbe cadere su due altri elementi, molto collegati tra loro: fiducia e credibilità, due qualità che, rispetto al passato, oggi lasciano a desiderare, e ce ne sono i motivi.
Prendiamo questioni fondamentali; una, gigantesca. "La sovranità appartiene al popolo…." dice la Costituzione; oggi si va al voto nella condizione che questa sovranità è stata rubata al popolo da una classe politica che ha inventato un sistema elettorale che assegna la "sovranità" non più al popolo ma alle segreterie dei partiti, sottraendo il sale a una democrazia degna di questo nome. E, si noti, a parole, tutti (anche chi l’ha inventata) hanno detto tutto il male possibile di quel sistema, che è bloccato, che non consente all’elettore la scelta del candidato preferito, eppure si va a votare ancora con quel sistema. Si è legittimati a pensare che i partiti ne dicono male ma in fondo gli va bene così perché così sono loro, e non il popolo italiano, a scegliere la composizione del Parlamento nazionale. Da quella posizione sono facilitate altre distorsioni che sfuggono al giudizio di un elettorato tagliato fuori; queste distorsioni, messe insieme, formano un coacervo di potere e, anche, una fabbrica di privilegi che la classe politica si autoassegna e non c’è popolo che possa censurarla perché non chiamato a pronunciarsi.
E cosa chiediamo, anzitutto, ai candidati al Parlamento che stanno in provincia di Lecco? E’ troppo chiedere a questi che, ora, prima delle elezioni, se eletti (pardon, nominati) si impegneranno formalmente a proporre e sostenere almeno una nuova legge elettorale che, come minimo, contenga queste due caratteristiche: 1) Il ritorno al voto di preferenza; 2) Il divieto che i capi di partito siano candidati in tutti i collegi d’Italia. L’impegno che si chiede ai nostri candidati non deve però essere liquidato con generiche affermazioni di accordo: ne abbiamo già molte, ma un tipo di impegno di quelli che comincia con "Io sottoscritto……." ecc. ecc.; impegno che verrà diffuso sulla stampa, sugli stampati della propaganda, sui manifesti murali in luogo degli slogan che lasciano il tempo che trovano, e formi così un messaggio che renda un tantino affidabile l’"avventura romana" di coloro che andranno alla Camera e al Senato, e ci andranno non perché voluti e votati dal territorio, ma perché prescelti dai partiti.
Tra non molto si potrà tenere un referendum che, se vincente, modificherebbe la legge elettorale ma lasciandola ancora mutilata. E in tema di referendum si sa che gran parte della classe politica è contro la democrazia plebiscitaria. Bene, è l’occasione di dimostrarlo facendo velocemente una buona legge elettorale che ridia ai cittadini della nostra Repubblica quei diritti che la Costituzione garantisce e che sono stati loro sottratti.
Gli elettori della provincia di Lecco attendono risposta dai candidati.
Giorgio Cattaneo, Umberto Cogliati, Anna Lissoni, Bruno Manzini,
Ermanno Pirola
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