Fumo, costa 6 miliardi alla sanità
E i morti cresceranno del 10%

Allarmanti i dati sui costi del fumo per la comunità: il vizio pesa sul sistema sanitario per oltre 6 miliardi di euro. Le previsione inoltre danno in aumento i decessi legati alle sigarette: saranno 8 milioni nel mondo nel 2030

La spesa del servizio sanitario per curare le malattie correlate al tabagismo ammonterebbe ad oltre 6 miliardi di euro, pari al 6,7 per cento della spesa sanitaria nazionale.
A sottolinearlo, intervenendo ad un convegno organizzato dall'Osservatorio «sanità e salute», è Americo Cicchetti, della facoltà di Economia all'Università Cattolica del Sacro cuore di Roma. La ricerca in ambito scientifico, spiega in proposito, «ha messo in chiara evidenza la correlazione esistente tra l'emergere di alcune patologie e l'abitudine al fumo.
Adottando come dati di riferimento i ricoveri ospedalieri durante il 2005, uno studio dell'Università Cattolica ha calcolato che il costo per ricoveri associati a patologie tabacco-correlate è pari a 3,4 miliardi di euro, un valore che nel 2005 è pari al 3,5% della spesa del Ssn». Ma proiettando questi dati «sugli altri livelli di assistenza- aggiunge Cicchetti- ne è emerso che nel 2005 la spesa complessiva per il Ssn ammonterebbe a oltre 6 miliardi di euro, pari al 6,7 per cento della spesa sanitaria nazionale».
Nel corso del convegno, dove si è ricordato come il numero totale dei decessi attribuibili al fumo di tabacco e allo sviluppo di varie patologie correlate è destinato ad aumentare, passando dai 5,4 milioni del 2004 ai 8,3 milioni nel 2030, con un 10 per cento in più di decessi in tutto il mondo, si è affrontato anche il problema di come dare un seguito alla Legge Sirchia, i cui effetti sembrano pian piano diminuire, se è vero che la riduzione dei consumi si aggira annualmente intorno all'1,5 per cento. La legge contro il fumo, specifica il sottosegretario alla Salute, Ferruccio Fazio, «ha messo l'Italia al primo posto della lotta al tabagismo e ha avuto il merito straordinario di cambiare le nostre abitudini in un tempo molto breve, con una riduzione della prevalenza dei fumatori, a tre anni dall'entrata in vigore della legge, passata dal 23,9 per cento nel 2003 al 22,1 per cento nel 2007». Secondo Fazio, inoltre, «si è registrata anche una riduzione degli eventi coronarici che, secondo uno studio del ministero, è pari al meno 13 per cento. Ma c'è ancora molto da fare in particolare per quanto riguarda quella parte di popolazione, circa il 24 per cento- conclude il sottosegretario- ancora soggetta a questa abitudine. Per questo è allo studio una campagna di comunicazione e sensibilizzazione sui danni alla salute fumo-correlati». In questa direzione va anche un disegno di legge del senatore del Pd Daniele Bosone, vicepresidente della commissione Sanità di Palazzo Madama, di proibire le sigarette anche all'esterno dei locali pubblici.

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