"Giudici metastasi della democrazia"
Exploit polemico, ma fischi al premier

Lo scontro sulla giustizia diventa sempre più duro. Alla Confesercenti Berlusconi ha accusato i giudici che lo indagano di voler sovvertire il voto e di tenere il paese in una sorta di libertà vigilata. Ma dalla platea sono arrivati più fischi che applausi. Imbarazzo di Veltroni, in platea, dopo l'anuncio del premier che il dialogo è finito

Ormai il dialogo è sepolto. Lo ha detto Silvio Berlusconi, lo constata un attonito Walter Veltroni.
Ma è ancora il cavaliere a tenere la scena con la sua ultima sparata contro i magistrati e quella ceh il premier ritiene una congiura delle toghe ai suoi danni.

L'uscita più clamorosa arriva dal palco dell'assemblea della Confesercenti, assemblea che però - quando il premier ha attaccato la magistratura - l'ha in parte fischiato.
La contestazione è partita piano, ma poi si è fatta sempre più forte. Contestazione che inizia quando il presidente del Consiglio accusa "giudici politicizzati" di essere "metastasi della nostra democrazia". Fischi che si ripetono più volte quando parla di democrazia "calpestata" e di Paese in libertà vigilata.


Berlusconi ha raccontato di come trascorreva i sabati quando era imprenditore, e di come li trascorre oggi: "Sono con i miei legali a preparare due o tre udienze" poichè in Italia ci sono "certi giudici politicizzati" che rappresentano "una metastasi della nostra democrazia". E qui dalla platea di Confesercenti partono i primi fischi di contestazione a Berlusconi.

Il premier snocciola le cifre dei suoi procedimenti giudiziari dal 1994 al 2006 e accusa la magistratura di "sovvertire il voto degli italiani. Ci sono riusciti nel 1994. Non ci riusciranno oggi". A questo punto i fischi dei delegati all'assemblea di Confesercenti si fanno sempre più pesanti, tanto che il moderatore è costretto a intervenire più volte e a chiedere di far silenzio.

Ma il Presidente del Consiglio non demorde: "Non possiamo accettare che un ordine dello stato pretenda di calpestare questo diritto con accuse folli e infondate". Berlusconi va avanti e garantisce di "aver fiducia nei magistrati perchè io sono stato sempre assolto". E i fischi continuano. Il premier parla ancora di "calvario", snocciola cifre dei costi dei sui procedimenti: "Io mi indigno quando qualcuno si lascia trasportare dall'ala giustizialista e usa leggi in modo non democratico". Ancora fischi e ancora Berlusconi che alza il tono: "Il mio interesse sarebbe stato quello di lasciare il paese e di godermi i soldi".

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