Il Censis: italiani prigionieri
di mille paure. Spesso non vere

Il tradizionale rapporto del Censis delinea un'Italia preda di mille paure, sovente enfatizzate da politica e media. Ora si aggiunge anche la crisi  che mette a rischio le famiglie, il posto di lavoro, i risparmi, i comportamenti futuri. Gli italiani poi più che il federalismo vogliono uno Stato forte 

Un Paese dominato da piccole e grandi paure: dagli immigrati, alle rapine, dagli ubriachi al volante e al precariato passando per quella enorme, una sorta di "panico generalizzato", indotta da una crisi finanziaria internazionale che non risparmia niente e nessuno.
E' la fotografia fatta dal 42esimo rapporto del Censis sulla situazione sociale del paese. Un paese che deve avere una "reazione vitale" di fronte a una crisi che investe tutti i sistemi socio economici del mondo altrimenti rischia "che davvero la lunga durata diventi luogo del rattrappimento e della rinuncia a un ulteriore sviluppo".
"Questa regressione antropologica, con i suoi pericolosi effetti di fragilità sociale, è visibile nel primato delle emozioni, nella tendenza a ricercarne sempre di nuove e più forti, al punto che la violenza o lo stravolgimento psichico si illudono di avere un bagliore irripetibile di eternità, mentre nei fatti sono solo passi nel nulla". E il rischio più grande, quasi alle porte, è quello di implodere "in una bolla tutta nostra.

L'ANNO DELLE PAURE
Secondo il Censis il 2008 è stato l'anno delle paure, "in una rincorsa sia di strumentalizzazioni da parte dei media, sia della politica", soprattutto per quanto riguarda le paure collettive: i rom, la violenza giovanile, la perdita del potere di acquisto, la microcriminalità e chi più ne ha più ne metta.

L'ENFATIZZAZIONE
Paure che la politica ha trovato da un lato vantaggioso enfatizzare, dall'altra contrastare con promesse di securizzazione, dai militari per le strade alla social card per i meno abbienti, con ciò "finendo per generare una più profonda insicurezza, una ulteriore sensazione di fragilità". Poi è arrivato il 'marchio', la "segnatura" della crisi finanziaria internazionale che "ci ha segnato, ed è verosimile attendersi per il prossimo anno ulteriori fasi di flessione.

SARà REAZIONE?
Si tratta ora di vedere se il corpo sociale coglierà la sfida, se si produrrà una reazione vitale per recuperare la spinta in avanti, sebbene siano in agguato le "italiche tentazioni alla rimozione dei fenomeni, alla derubricazione degli eventi, all'indulgente e rassicurante conferma della solidità di fondo del sistema".

RISCHIO FAMIGLIE
Secondo il rapporto una famiglia italiana su due avverte un "concreto rischio default" a causa della crisi finanziaria. Le famiglie "potenzialmente in pericolo" sono quasi 12 milioni, il 48,8% del totale. Tra queste ci sono quelle che hanno investimenti in prodotti rischiosi (2,8 milioni di famiglie), quelle (2 milioni) impegnate nel pagamento del mutuo per la casa in sui vivono, altri 3,1 milioni di famiglie risultano indebitate per l'acquisto di beni di consumo e 3,8 milioni di famiglie che non hanno nessun tipo di risparmio accumulato.

FEDERALISMO? MEGLIO LO STATO FORTE
Il federalismo, l'autonomia, il decentramento? Se la politica spera di acquistare consensi così forse sta andando nella direzione sbagliata. Vero che anche alle ultime elezioni politiche le questioni locali (dai rifiuti all'immigrazione, fino alla sicurezza) hanno contato, ma quello che cercano gli italiani è uno Stato centrale forte. Il 47,5% degli intervistati ritiene infatti che una possibile nuova distribuzione dei poteri tra le istituzioni dovrebbe privilegiare lo Stato centrale per assicurare l'equilibrio nel Paese. 
E se proprio redistribuzione dei poteri deve esserci per il campione Censis questo deve andare verso un potenziamento di Comuni e Province (vogliono che abbiano una capacità decisionale il 24,4% degli intervistati, erano il 22,1% nel 2006), perchè sono gli enti più vicini ai cittadini. La Regione invece è un'istituzione che non entusiasma: quelli che vorrebbero dare ai governatori più poteri calano dal 39% del 2001 all 28,4% di quest'anno.

LA CRISI
Nel 2008 il problema occupazionale, dopo un lungo periodo di stabilità, ha ricominciato a porsi con toni critici.  I dati dei primi due trimestri del 2008 - spiega il Censis - mostrano un aumento delle persone in cerca di occupazione rispetto allo stesso periodo dell`anno precedente pari al 20,6%. Più del 41% delle famiglie italiane che ha un mutuo ha difficoltà a pagare la rata e tra questi il 2,8% non rispetta la scadenza. E' salito negli ultimi tre anni anche il livello di indebitamento delle famiglie: attualmente al 48,5% del reddito disponibile (nel 2004 si era poco al di sotto del 40%).

LE FAMIGLIE
Triplicati i matrimoni con almeno un coniuge straniero: nell'ultimo decennio sono passati dagli 11.993 del 1996 agli attuali 34.396. Costituiscono il 14% del totale delle unioni celebrate in Italia ma hanno una maggiore instabilità coniugale: la durata media della convivenza è pari a 9 anni, contro i 14 degli italiani, e tra il 2001 e il 2006 le separazioni sono aumentate del 42%.
Sono oltre 11,4 milioni le famiglie con figli in Italia, con una riduzione dal 2001 di quasi il 2%, e la tutela nei loro confronti rimane scarsa.

ABITUDINI E TREND
E tra i comportamenti familiari emerge che è la cena il momento in cui ci si ritrova a tavola con la famiglia. Gli italiani ormai hanno rinunciato al pranzo, quasi sempre consumato frettolosamente fuori casa, con un tramezzino al bar. Perciò aspettano la sera, per sedersi davanti a un piatto fumante con i parenti.
Ma nel piatto la pasta compare sempre più di rado, sostituita dai piatti pronti. Verdure in busta e surgelati ormai la fanno da padrone, ma non per questo gli italiani rinunciano a fare attenzione alla salute: oltre 4mila prodotti sono stati rielaborati dalle ditte produttrici per ridurre l'apporto di grassi e colesterolo.

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